Durante un’operazione chirurgica, un medico subì un infortunio che, mesi dopo, si rivelò fonte di una straordinaria coincidenza: egli sviluppò lo stesso tipo di tumore che aveva asportato da un paziente. Questo episodio, raro e profondamente significativo, è documentato in un caso clinico pubblicato ben 29 anni or sono sul prestigioso New England Journal of Medicine (NEJM). Il rapporto descrive un episodio eccezionale di trasmissione accidentale di cellule tumorali, avvenuta tra un giovane paziente trentaduenne e il suo chirurgo cinquantatreenne.
Durante la rimozione di un istiocitoma fibroso maligno – una rara forma di sarcoma dei tessuti molli, diagnosticata solo in circa 1400 casi l’anno – il chirurgo si ferì accidentalmente alla mano. Nonostante la tempestiva medicazione, cinque mesi dopo, sul palmo, precisamente alla base del dito medio, si sviluppò una massa di tre centimetri di diametro, esattamente nel punto dell’infortunio.
L’analisi della neoplasia asportata rivelò che non solo era dello stesso tipo di tumore già rimosso dal paziente, ma che le cellule risultavano geneticamente identiche. Il destino del chirurgo fu però più fortunato: mentre il trentaduenne perse la vita a causa di complicazioni post-operatorie, il medico fu operato con successo e, due anni dopo, godeva di buona salute.
Il meccanismo del “trapianto” accidentale
In questo straordinario caso, le cellule tumorali del paziente penetrarono nella ferita del chirurgo durante l’intervento, instaurando un fenomeno assimilabile a un trapianto. In circostanze ordinarie, un tessuto estraneo innesca una reazione di rigetto; tuttavia, ciò non accadde. Gli autori del rapporto sottolinearono che, benché intorno al tumore si fosse generata un’intensa infiammazione, la risposta immunitaria si dimostrò inefficace nel contrastare la crescita neoplastica.
Interpellato in merito, l’oncologo Nicholas Hornstein ha spiegato che, sebbene le cellule tumorali non siano entrate in circolazione sanguigna, la reazione infiammatoria può essere interpretata come un tentativo del sistema immunitario di eliminare le cellule cancerogene. Tuttavia, il particolare tipo di sarcoma in questione è noto per la sua capacità di sfuggire ai meccanismi di sorveglianza immunitaria.
Questo episodio straordinario è riemerso nell’interesse collettivo in diverse occasioni, compresi il 2016 e il 2023, suscitando interrogativi sul rischio di contrarre il cancro per contagio, timore che resta infondato.
Il cancro è contagioso?
La risposta, pur con qualche precisazione, è un chiaro “no”. Il termine cancro comprende oltre cento patologie accomunate da una proliferazione cellulare anomala e incontrollata, le cui cause sono spesso legate a una combinazione di fattori genetici e ambientali. Sebbene alcune neoplasie possano essere correlate a virus, come il papillomavirus umano (HPV) o l’epatite B e C, la loro trasmissione richiede condizioni specifiche, come rapporti sessuali non protetti o contatto con sangue infetto.
Nel regno animale, invece, esistono rari casi di tumori trasmissibili, osservati in bivalvi, criceti e diavoli della Tasmania. Nell’uomo, tuttavia, tali fenomeni non si verificano. È dunque essenziale dissipare ogni pregiudizio verso i malati oncologici, che meritano sostegno e vicinanza, piuttosto che ingiustificate emarginazioni.
Fonte.
https://www.medpagetoday.com/popmedicine/cultureclinic/113682
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