Perché avvengono i fulmini durante le eruzioni vulcaniche?

Un affascinante fenomeno naturale che combina fisica, chimica e geologia per creare lampi di luce durante le eruzioni vulcaniche.

Le eruzioni vulcaniche sono tra i fenomeni naturali più spettacolari e violenti della Terra, capaci di creare scenari mozzafiato. Tra questi, uno degli spettacoli più affascinanti è rappresentato dai fulmini vulcanici: lampi che illuminano i cieli attorno a un vulcano in eruzione. Ma perché si verificano questi fenomeni? Quali sono i meccanismi fisici alla base?

Il ruolo delle cariche elettriche

I fulmini vulcanici si generano attraverso lo stesso principio di base che avviene nelle tempeste atmosferiche: l’accumulo di cariche elettriche. Tuttavia, i meccanismi che creano questo accumulo sono specifici delle eruzioni vulcaniche. Durante un’eruzione, enormi quantità di materiale come cenere, gas, frammenti di roccia e cristalli vengono espulsi a velocità elevate, creando un ambiente estremamente dinamico. Questo materiale vulcanico si scontra e si sfrega nell’aria, un processo noto come triboelettricità. Gli scontri e le frizioni generano cariche elettriche che separano le particelle in zone di carica positiva e negativa.

Le particelle più leggere, spesso caricate negativamente, tendono a salire verso l’alto nella colonna eruttiva, mentre quelle più pesanti e caricate positivamente restano più in basso. Questa separazione di cariche crea un forte campo elettrico all’interno della nube vulcanica. Quando il campo elettrico supera una soglia critica, si verifica una scarica elettrica: il fulmine.

Altri meccanismi coinvolti

Oltre alla triboelettricità, ci sono altri processi che contribuiscono alla formazione di fulmini durante le eruzioni vulcaniche:

Presenza di acqua: molte eruzioni vulcaniche coinvolgono interazioni tra il magma e l’acqua, come nei vulcani situati vicino a fonti d’acqua o sotto ghiacciai. Il vapore acqueo prodotto può contribuire all’accumulo di cariche elettriche, come avviene nei temporali tradizionali.

Materiale ionizzato: le temperature estreme all’interno della colonna eruttiva possono ionizzare i gas e le particelle, creando un ambiente altamente conduttivo che facilita la formazione di scariche elettriche.

Cenere vulcanica: le particelle di cenere sono particolarmente efficaci nell’accumulo e nella separazione di cariche elettriche, grazie alla loro forma irregolare e alla composizione chimica.

Perché i fulmini vulcanici sono importanti?

Studiare i fulmini vulcanici non è solo un esercizio di curiosità scientifica, ma ha anche applicazioni pratiche. I fulmini vulcanici possono essere usati per monitorare e analizzare le eruzioni in tempo reale, fornendo informazioni preziose sulla quantità di materiale emesso, sull’intensità dell’eruzione e sulla dinamica della colonna eruttiva. Inoltre, sono un segnale visibile anche in condizioni di scarsa visibilità, come di notte o durante maltempo, il che li rende un utile strumento di allerta.

I fulmini vulcanici sono un esempio affascinante di come la natura combini diverse forze per creare fenomeni spettacolari. Comprendere i processi che li generano aiuta non solo a spiegare meglio uno dei tanti misteri della Terra, ma anche a sviluppare strumenti utili per la previsione e la gestione dei rischi vulcanici. La prossima volta che vedrai le immagini di un vulcano in eruzione, con i suoi lampi di luce nel cielo, saprai che dietro quel fenomeno si nasconde un complesso balletto di fisica, chimica e geologia.

Fonte:

https://www.vulkane.net/en/volcanism/volcanic-lightnings.html

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