Nel cuore di una piccola caverna a sud di Parigi, è stata rinvenuta una straordinaria scoperta: una mappa tridimensionale incisa sul pavimento, che potrebbe essere la più antica mai trovata. Questa mappa rappresenta un territorio di cacciatori-raccoglitori, modellato circa 20.000 anni fa dagli antichi abitanti della grotta di Ségognole 3, parte di un complesso di strutture in arenaria in Francia. Il dettagliato scenario miniaturizzato della valle circostante include fiumi, delta, laghetti e colline, animando la superficie della caverna con una rete idrografica che riflette fedelmente il paesaggio esterno, sebbene con alcune inversioni che seguono la pendenza naturale.
La precisione e l’accuratezza con cui è stata disegnata questa rete idrografica suggeriscono una notevole capacità di pensiero astratto da parte degli antichi artisti e dei destinatari di questa rappresentazione. Nella stessa caverna sono presenti incisioni di cavalli e di un triangolo con simboli anatomici, che aggiungono ulteriori dettagli alla complessità dell’arte rupestre dell’Età della Pietra.
Thiry e Milnes hanno individuato un sistema di manipolazioni umane nel pavimento della caverna, evidenziando come l’acqua piovana penetri attraverso fratture, scorrendo sul pavimento e raccogliendosi in depressioni che sono state modellate e ampliate dall’intervento umano. Le vasche d’acqua, i canali e le colline incise sul pavimento sembrano rappresentare in modo dettagliato il territorio circostante, con riferimenti a fiumi, laghi e formazioni naturali.
La galleria superiore della caverna potrebbe simboleggiare l’altopiano della valle, mentre le scanalature che attraversano il pavimento potrebbero rappresentare il corso del fiume locale e dei suoi affluenti. Le varie caratteristiche incise sul pavimento, come colline, laghetti e gole, insieme alla mancanza di schemi ripetuti, suggeriscono che si tratti di una mappa in 3D del territorio locale, una rappresentazione delle relazioni spaziali delle caratteristiche naturali del paesaggio.
Sebbene l’interpretazione di queste incisioni preistoriche sia sempre soggetta a cautela, Thiry e Milnes ritengono che questa mappa in immagini potrebbe essere stata utilizzata dagli antichi abitanti per scopi pratici come la caccia, l’istruzione o rituali legati all’acqua. Questa straordinaria scoperta, pubblicata nel Journal of Archaeology di Oxford, getta nuova luce sulle capacità cognitive e artistiche delle popolazioni preistoriche e sulla complessità delle loro interazioni con l’ambiente circostante.
Fonti e Riferimenti dell'Articolo: