Scoperto i resti del più grande mosasauro di sempre

Scoperto i resti del più grande mosasauro di sempre

I paleontologi in Uruguay hanno recentemente scoperto resti di mesosauro, antichi rettili acquatici, che suggeriscono l’esistenza di esemplari molto più grandi rispetto a quanto noto finora. Questi resti sono stati trovati nella Formazione Mangrullo, un importante sito paleontologico nel nord dell’Uruguay, e comprendono crani frammentari, una vertebra dorsale, un frammento della coda, una costola isolata e altre ossa. Questi nuovi esemplari indicano che i mesosauri della Formazione Mangrullo erano significativamente più grandi rispetto ai campioni precedentemente studiati, con crani lunghi tra 15 e 20 cm e una lunghezza corporea totale che variava tra 1,5 e 2,5 metri.

I mesosauri, un gruppo di rettili amnioti acquatici o semiacquatici, sono vissuti nel Gondwana durante il Permiano inferiore, circa 299-270 milioni di anni fa, e sono considerati tra i primi rettili noti a essere tornati a uno stile di vita acquatico dopo aver avuto antenati terrestri. I mesosauri erano generalmente di piccole e medie dimensioni, con corpi allungati e lunghe code, caratteristiche che li rendevano adattati a vivere in ambienti acquatici. La loro anatomia cranica, con un muso lungo e ossa craniche sottili, è un altro tratto distintivo.

Questi fossili si aggiungono a una vasta raccolta di resti di mesosauri, che comprendono diverse fasi ontogenetiche, dal neonato all’adulto, e provengono da località come Picada de Cuello e El Baron. La documentazione dei mesosauri è eccezionale, con alcuni esemplari ben conservati che includono persino tessuti molli riconoscibili, tanto che la Formazione Mangrullo è stata designata come uno dei principali “Konservat-Lagerstätten” del Gondwana.

In passato, i mesosauri sono stati descritti come semiacquatici, con alcuni studi suggerendo che in età adulta avessero sviluppato comportamenti più terrestri. Tuttavia, l’analisi dei nuovi fossili mostra che le dimensioni dei mesosauri della Formazione Mangrullo superano la tipica distribuzione dimensionale di Mesosaurus tenuidens, una delle specie più conosciute. I ricercatori hanno osservato che gli esemplari più grandi erano superiori alla media di quattro o cinque volte rispetto alle deviazioni standard precedenti, suggerendo un fenomeno di gigantismo in alcuni individui.

Per comprendere meglio l’origine di queste dimensioni straordinarie, i ricercatori hanno esaminato il principio di Bergmann, che postula che animali in ambienti più freddi tendano ad essere più grandi per adattarsi meglio alle condizioni climatiche. Tuttavia, questo principio non sembra spiegare la grande variabilità nelle dimensioni dei mesosauri della Formazione Mangrullo, i cui resti sembrano riflettere più un modello di crescita ontogenetica piuttosto che un adattamento ambientale. Le dimensioni minori precedentemente documentate, infatti, potrebbero corrispondere a stadi di crescita giovanili o a popolazioni dominate da esemplari più giovani.

Gli studiosi suggeriscono anche che eventi catastrofici, come l’attività vulcanica associata all’aumento della tettonica durante la formazione della Pangea, potrebbero aver avuto un ruolo nell’estinzione dei mesosauri. La cenere vulcanica, combinata con la siccità e la desertificazione nel mare di Iratí-Whitehill, sarebbe stata un fattore determinante nella scomparsa di questi rettili acquatici nel bacino del Paraná. In sintesi, la scoperta di questi nuovi esemplari di mesosauri e le loro dimensioni eccezionali offrono nuove prospettive sulla crescita, l’evoluzione e la possibile estinzione di questi affascinanti animali preistorici. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Fossil Studies.

Fonti e Riferimenti dell'Articolo: