Fotocamere automatiche posizionate nella foresta pluviale brasiliana hanno catturato straordinarie immagini di una comunità isolata, i Massaco, che sembrano prosperare nonostante le crescenti minacce ambientali provenienti dall’agroindustria, dal disboscamento illegale, dai minatori e dai trafficanti di droga. Queste immagini offrono al mondo esterno un primo scorcio di questo gruppo, che vive lungo il fiume Massaco. La loro lingua, cultura e identità rimangono un mistero, poiché nessuno conosce il loro nome. Tuttavia, secondo la Fondazione Nazionale Brasiliana per i Popoli Indigeni (Funai), si stima che la loro popolazione sia aumentata, raggiungendo le 200-250 persone, un significativo raddoppio rispetto agli anni ’90.
Le fotografie mostrano uomini del gruppo, e gli studiosi sottolineano che, sebbene non sia possibile identificare completamente la comunità, alcuni tratti del loro stile di vita, come l’uso di archi lunghi e la pratica di spostare stagionalmente i villaggi, sono simili a quelli di altri gruppi indigeni dell’area. I Massaco sono noti anche per utilizzare punte di legno mimetizzate nel terreno per proteggere i loro territori da intrusi, causando danni a piedi e pneumatici.
Nonostante le difficoltà imposte dalla crescente invasione di terre indigene, l’approccio del governo brasiliano di “non contatto” introdotto nel 1987 ha portato a un’inversione di tendenza, con l’aumento della popolazione di alcune comunità isolate. Il caso dei Massaco è emblematico di questa crescita, che è stata documentata anche da altre comunità nell’Amazzonia, come i Kawahiva del fiume Pardo. Questa politica ha salvato numerosi gruppi dalle devastanti malattie portate dai contatti con il mondo esterno, che hanno decimato le loro popolazioni in passato.
Nonostante i progressi, la protezione dei diritti territoriali dei popoli isolati rimane una sfida. Il Brasile, purtroppo, non ha leggi che tutelano adeguatamente i popoli isolati, e l’invasione delle terre indigene da parte di agricoltori e compagnie minerarie continua a essere un problema grave. In alcune zone, le forze predatorie, come l’agroindustria, cercano di negare l’esistenza di questi gruppi per appropriarsi delle terre, rendendo il lavoro di protezione ancora più difficile. L’esempio di Bruno Pereira, indigenista assassinato nel 2022 mentre difendeva questi diritti, evidenzia i rischi che affrontano coloro che si battono per la salvaguardia dei popoli isolati.
Nonostante tutto, il sostegno delle comunità vicine e l’azione di gruppi come la Unione dei Popoli Indigeni della Valle di Javari e i Manchineri lungo il confine con il Perù hanno dato vita a iniziative di pattugliamento che proteggono questi gruppi più vulnerabili. La cooperazione tra le comunità indigene, che spesso affrontano pericoli simili, è fondamentale per contrastare le minacce ambientali e territoriali.
In conclusione, sebbene i Massaco e altri popoli isolati dell’Amazzonia stiano affrontando enormi sfide, il progresso nella protezione dei loro territori, anche grazie all’approccio del “non contatto”, rappresenta una vittoria parziale nella lotta per preservare la biodiversità e la cultura unica di questi gruppi. Tuttavia, la protezione dei diritti e dei territori di queste popolazioni è cruciale per la sopravvivenza della foresta pluviale e per contrastare la deforestazione illegale che minaccia l’intero ecosistema amazzonico.
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