Sagittarius A *, il gigantesco buco nero al centro della nostra galassia

Il buco nero supermassiccio Sagittarius A* al centro della Via Lattea: mistero, scoperta e il suo ruolo nell'evoluzione della galassia.

Al centro della nostra galassia, la Via Lattea, si trova un misterioso e affascinante oggetto celeste: Sagittarius A *, un buco nero supermassiccio che ha una massa circa 4 milioni di volte quella del nostro Sole. Questo mostro cosmico, nascosto alla vista diretta, è al centro di innumerevoli ricerche scientifiche e scoperte che stanno trasformando la nostra comprensione dell’universo.

Cos’è Sagittarius A*?

Sagittarius A * (spesso abbreviato in Sgr A*) è un buco nero supermassiccio situato nel cuore della Via Lattea, precisamente nella costellazione del Sagittario. La sua posizione precisa è stata determinata grazie all’osservazione delle orbite delle stelle vicine, che si muovono in modo tale da suggerire la presenza di un oggetto estremamente massiccio ma invisibile.

Un buco nero è una regione dello spazio-tempo in cui la gravità è talmente intensa che niente, nemmeno la luce, può sfuggirgli. Nonostante la sua invisibilità diretta, il buco nero si fa “sentire” attraverso gli effetti che ha sulle stelle e la materia che gli orbita attorno.

Come è stato scoperto?

Le prime prove della presenza di un buco nero al centro della Via Lattea risalgono agli anni ’70, quando gli astronomi iniziarono a notare anomalie nelle orbite delle stelle vicino al centro galattico. Tuttavia, fu solo nel 1990 che le osservazioni con il telescopio spaziale Hubble e altri strumenti sofisticati portarono a conclusioni più concrete sulla sua esistenza. La conferma arrivò grazie alla scoperta che queste stelle si muovevano a velocità incredibili, indicando che stavano orbitando attorno a un oggetto invisibile ma estremamente massiccio.

La massa e le dimensioni di Sagittarius A*

Sagittarius A* ha una massa stimata di circa 4 milioni di masse solari, ma la sua dimensione fisica è sorprendentemente piccola rispetto alla sua massa. Il diametro dell’orizzonte degli eventi, la “frontiera” oltre la quale nulla può sfuggire al buco nero, è di soli 44 milioni di chilometri, una frazione della distanza tra la Terra e il Sole.

Nonostante la sua massa enorme, la sua dimensione apparente è piccola, rendendo difficile osservarlo direttamente. Gli astronomi devono fare affidamento su tecniche indirette, come l’osservazione delle stelle e della radiazione che emana la materia che viene “strappata” dal buco nero.

L’Osservazione diretta

Nel 2019, un team internazionale di ricercatori ha ottenuto una delle scoperte più straordinarie dell’astrofisica: la prima immagine di un buco nero. Sebbene questa immagine fosse di un buco nero situato nella galassia M87, non molto diverso da Sagittarius A*, ha aperto nuove possibilità per l’osservazione di buchi neri.

L’immagine è stata realizzata dall’Event Horizon Telescope (EHT), una rete globale di telescopi che ha permesso di osservare l’orizzonte degli eventi di M87. Gli astronomi sono ora al lavoro per catturare un’immagine simile di Sagittarius A*, sebbene le sfide tecniche siano enormi, dato che Sagittarius A* è molto più vicino e quindi appare più “vibrante” a causa del movimento delle sue stelle circostanti.

Cosa orbita intorno a Sagittarius A*?

La materia che si avvicina a Sagittarius A* forma un disco di crescita: un anello di gas e polvere che ruota attorno al buco nero prima di essere “inghiottita” da esso. Quando il gas viene risucchiato, viene compresso e riscaldato a temperature altissime, emettendo radiazioni, che possono essere osservate attraverso i telescopi. Questo processo di crescita è responsabile della creazione di intense emissioni di raggi X e altre forme di radiazione.

Oltre a questo disco di crescita, l’intensa forza gravitazionale di Sagittarius A* può anche scagliare materiale in esplosioni di particelle ad alta energia, che possono avere effetti su larga scala, anche sull’intera galassia.

Il ruolo di Sagittarius A* nella Via Lattea

Oltre ad essere un oggetto di studio affascinante, Sagittarius A* potrebbe anche avere un ruolo fondamentale nella dinamica della nostra galassia. Alcuni scienziati suggeriscono che la presenza di un buco nero supermassiccio come Sgr A* possa influenzare la formazione di nuove stelle e la distribuzione della materia nella galassia. Altri ipotizzano che buchi neri supermassicci come Sagittarius A* possano aver svolto un ruolo chiave nell’evoluzione delle galassie stesse.

Sagittarius A* è, insomma, un mistero affascinante che ci sfida a accogliere meglio la natura dello spazio e del tempo. Nonostante la sua invisibilità diretta, il buco nero è al centro di uno degli studi più entusiasmanti e avanzati in astrofisica. La sua esistenza ci costringe a ripensare le leggi della fisica, mentre l’osservazione di Sgr A* continuerà ad essere un obiettivo cruciale per gli astronomi e le tecnologie future.

Con i progressi nella tecnologia dei telescopi e delle osservazioni astronomiche, ci auguriamo che nei prossimi anni riusciremo a svelare ancora di più i segreti di questo gigante invisibile che regna al centro della Via Lattea.