Quali sono le abitudini che riducono il rischio di demenza?

Come le scelte nei momenti di riposo possono influire sulla salute mentale e sul rischio di demenza nella terza età.

In un’epoca in cui il tempo libero viene spesso sacrificato sull’altare della passività tecnologica, la scienza solleva una questione cruciale: quali attività scegliamo di svolgere nei momenti di riposo possono influire profondamente sulla nostra qualità di vita in età avanzata. Secondo uno studio condotto dall’Università del South Australia e pubblicato in una rinomata rivista di gerontologia, la natura delle attività sedentarie incide in modo significativo sul rischio di sviluppare demenza.

Le attività sedentarie non sono tutte uguali

La ricerca, che ha analizzato i comportamenti di 397 adulti sopra i 60 anni, offre un quadro chiaro: non è tanto il fatto di stare seduti a lungo a determinare l’impatto sulla salute cognitiva, quanto il tipo di attività svolta. Attività come leggere, ascoltare musica, pregare, parlare con gli altri, suonare uno strumento musicale o dedicarsi a piccoli lavori manuali si sono dimostrate altamente benefiche, grazie alla copertura mentale e sociale che offrono.

Al contrario, guardare la televisione o giocare ai videogiochi risultano dannosi, poiché tendono a favorire un’interazione passiva e una scarsa attivazione cognitiva.

I numeri della decenza

L’importanza di queste scoperte è rafforzata dai dati dell’ Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) : oltre 55 milioni di persone nel mondo convivono con la demenza, e ogni anno si registrano quasi 10 milioni di nuovi casi. La prevenzione, quindi, non è solo auspicabile, ma essenziale, e passa anche attraverso la scelta consapevole delle attività quotidiane.

La chiave: influenza mentale e impegno sociale

L’autore principale dello studio, Maddison Mellow , sottolinea l’originalità del lavoro: “Questa classifica dei comportamenti sedentari, tra quelli più e meno favorevoli, è senza precedenti.” La differenza tra attività benefiche e nocive risiede nel livello di partecipazione mentale e coinvolgimento sociale che esse richiedono.

Mellow aggiunge: “Sappiamo già che l’attività fisica rappresenta un pilastro fondamentale nella prevenzione della demenza e dovrebbe restare una priorità. Tuttavia, non avevamo ancora esplorato a fondo se il semplice scambio di un comportamento sedentario con un altro potesse apportare benefici alla salute del cervello.”

Un invito alla consapevolezza

Questo studio non è un invito a demonizzare il tempo libero, ma a valorizzarlo. La lettura di un buon libro, una conversazione stimolante o il piacere di un hobby creativo non solo arricchiscono la giornata, ma proteggono anche la mente, preservandola dalle insidie ​​dell’invecchiamento. Le scelte di oggi, apparentemente insignificanti, sono i mattoni su cui si costruisce il nostro futuro.

Allora, la prossima volta che ti siedi per rilassarti, chiediti: “Sto nutrendo la mia mente o la sto lasciando languire?”

Fonte:

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/39297510