Un satellite militare statunitense si è frammentato in 50 frammento in atmosfera

La frammentazione del satellite DMSP-5D2 F14 riaccende il dibattito sui detriti spaziali e sulla sostenibilità delle orbite terrestri.

Il firmamento terrestre ha assistito a un nuovo episodio di frammentazione orbitale. Protagonista, questa volta, il satellite militare statunitense DMSP-5D2 F14, che si è disgregato nella quiete siderale, lasciando dietro di sé oltre 50 frammenti di detriti spaziali. Un evento che si aggiunge a una preoccupante sequenza di incidenti che ha coinvolto veicoli spaziali della medesima serie.

L’evento, classificato come “frammentazione a bassa velocità”, è stato registrato il 18 del mese ma rilevato soltanto il giorno successivo, a un’altitudine di circa 840 chilometri. Le forze spaziali statunitensi, incaricate di monitorare i cieli sopra di noi, hanno prontamente segnalato l’accaduto, evidenziando l’impatto potenziale di questa ennesima crisi nel delicato equilibrio dell’orbita terrestre.

Un cielo affollato da detriti

Nonostante il numero esatto dei frammenti generati dalla disgregazione del satellite non sia stato ancora confermato, le organizzazioni specializzate nella sorveglianza ambientale spaziale, come LeoLabs e Slingshot Aerospace, sono già all’opera. LeoLabs, in particolare, ha dichiarato di aver individuato con i propri radar più di 50 oggetti derivanti dal collasso del DMSP-5D2 F14, fornendo una visione più chiara della gravità del fenomeno.

Questo satellite, lanciato nel lontano 1997, era parte integrante del programma meteorologico della difesa statunitense. Dopo oltre due decenni di servizio, era stato dismesso nel 2020, ma ha continuato il suo silenzioso cammino nell’orbita eliosincrona. Tuttavia, il suo destino era già inscritto in una parabola comune a molti altri veicoli della medesima classe: i satelliti F11, F13 e F15 si erano già frammentati rispettivamente nel 2004, 2015 e 2016.

La prevenzione e i suoi limiti

Prima della disgregazione, il DMSP-5D2 F14 era stato sottoposto, come di consueto, a procedure di scaricamento della batteria e smaltimento del carburante. Questi passaggi cruciali hanno l’obiettivo di disattivare le fonti energetiche residue che potrebbero innescare esplosioni o rotture improvvise anche anni dopo il termine della missione. Eppure, come dimostra questo ultimo episodio, tali precauzioni non bastano sempre a evitare il disastro.

Un monito per il futuro

L’impatto ambientale dei detriti spaziali è una questione di crescente importanza. Con ogni frammentazione, l’orbita terrestre si popola di pericoli per le future missioni spaziali, mettendo a rischio non solo i satelliti operativi ma anche il sogno dell’umanità di esplorare e colonizzare nuovi orizzonti.

Questo incidente ci invita a riflettere sulla necessità di soluzioni innovative per la gestione e il recupero dei satelliti dismessi. Mentre il cielo sopra di noi continua a brillare di infinite possibilità, resta il dovere di preservarlo, proteggendo il fragile confine tra il nostro mondo e l’immensità dello spazio.

Fonte:

https://canaltech.com.br/espaco/satelite-militar-dos-eua-se-quebra-em-mais-de-50-pedacos-no-espaco