Archeologi svelano le regole di un gioco da tavolo risalente a più di 4.000 anni fa

Archeologi svelano le regole di un gioco da tavolo risalente a oltre 4.000 anni fa

I ricercatori hanno recentemente ricostruito le regole di un antico gioco da tavolo, risalente a oltre 4.000 anni fa, rinvenuto in una tomba nel sito di Shahr-i Sokhta, in Iran sud-orientale. Il gioco, datato tra il 2600 e il 2400 a.C., è stato scoperto durante gli scavi archeologici del 1977 e si presenta come una variante del “Gioco Reale di Ur”, uno dei giochi da tavolo più antichi conosciuti. Il sito di Shahr-i Sokhta, che era un importante insediamento urbano durante il periodo dell’età del bronzo, ha restituito una scacchiera di legno e 27 pezzi intagliati, insieme a dadi.

La scacchiera ritrovata presenta un motivo a serpente che morde o appoggia la testa sulla coda, formando un percorso a spirale che delimita 20 spazi. Questo design, simile a quello del Gioco Reale di Ur, potrebbe avere un significato simbolico, con la testa e la coda del serpente che segnano il punto finale del gioco. Sebbene le regole precise di questo gioco rimangano sconosciute, i ricercatori hanno ricostruito possibili regole basandosi sulle analogie con il Gioco Reale di Ur. Quest’ultimo è generalmente considerato un gioco di corse, in cui i giocatori devono far avanzare i propri pezzi lungo la scacchiera per farli uscire dal percorso, con l’obiettivo di fare punto prima degli avversari.

I ricercatori hanno adattato le regole ipotetiche del Gioco di Ur per ricostruire una versione più complessa del gioco di Shahr-i Sokhta. L’analisi, supportata dall’uso dell’intelligenza artificiale, ha suggerito che il gioco SiS (Shahr-i Sokhta) fosse meno dipendente dalla fortuna e più strategico rispetto al Gioco Reale di Ur. In particolare, i test effettuati con giocatori reali hanno mostrato che il Gioco SiS sembrava offrire un’esperienza di gioco più equilibrata, con maggiore tensione e un senso di realizzazione maggiore. Inoltre, il Gioco SiS aveva tre fasi distinte che aggiungevano complessità, facendo sembrare il gioco più avanzato rispetto a quello di Ur.

Questo studio fornisce una nuova visione dei giochi da tavolo antichi del Vicino Oriente e offre importanti spunti per il loro studio futuro. Sebbene molto rimanga da scoprire, le ricostruzioni delle regole e l’analisi dei pezzi e della scacchiera di Shahr-i Sokhta contribuiscono ad ampliare la nostra comprensione di come i giochi venivano utilizzati e apprezzati nelle antiche civiltà.