La sorprendente capacità dei batteri di diffondere malattie nelle piante

Uno studio rivela nuove prospettive sulla trasmissione di patogeni vegetali

Un nuovo studio condotto dai ricercatori del John Innes Centre ha rivelato che i batteri hanno una capacità più ampia di diffondere malattie nelle piante rispetto a quanto precedentemente conosciuto. Utilizzando il Pseudomonas syringae come modello, è emerso che la tossina sirigomicina ha un impatto sia sulle piante fiorite che su quelle non fiorite, suggerendo un potenziale significativo per questo patogeno nell’infettare diverse specie vegetali.

La ricerca ha evidenziato che i batteri potrebbero essere in grado di trasmettere malattie su una vasta gamma di specie vegetali, rispetto a quanto si pensasse in precedenza. Gli scienziati del John Innes Centre hanno adottato un approccio evolutivo per esaminare la diversità del Pseudomonas syringae, un patogeno vegetale noto per colpire varie colture, al fine di comprendere come influisca su specie vegetali distanti tra loro.

Il team guidato dal Dr. Phil Carella si è concentrato sulla tossina batterica sirigomicina, prodotta da ceppi altamente infettivi di P. syringae, testandone gli effetti su piante fiorite e non fiorite. I risultati degli esperimenti hanno rivelato che la sirigomicina è particolarmente dannosa per le piante non fiorite, come muschi e felci, causando danni ai tessuti e attivando risposte genetiche legate allo stress.

Questi effetti sono risultati più evidenti nelle piante non fiorite rispetto a quelle fiorite, sfidando l’attuale comprensione dei meccanismi con cui i batteri patogeni interagiscono con le piante ospiti, che si concentra principalmente sulle piante fiorite, tra cui molte colture importanti.

Lo studio, pubblicato su Cell Host & Microbe, ha rivelato che i patogeni batterici hanno la capacità di colonizzare piante distanti tra loro, nonostante abbiano avuto un antenato comune 500 milioni di anni fa. Il Dr. Carella ha sottolineato che un singolo gruppo di patogeni può infettare diverse specie vegetali utilizzando fattori di patogenicità comuni.

I risultati indicano che la virulenza del patogeno potrebbe essere più diffusa tra le piante di quanto si pensasse in precedenza, suggerendo che la tossina sirigomicina potrebbe interferire con le membrane cellulari di diverse specie vegetali. Questo studio mette in luce l’importanza di esaminare l’intero regno vegetale per comprendere i meccanismi di difesa contro le malattie delle colture.

Il Dr. Carella ha sottolineato che, nonostante le piante non fiorite siano spesso considerate meno evolute rispetto a quelle fiorite, esse possono fornire preziose informazioni sui meccanismi di virulenza dei patogeni. Questo studio potrebbe contribuire alla ricerca sulle malattie delle colture e alla protezione delle colture alimentari.

Il prossimo passo della ricerca sarà approfondire il ruolo della tossina nella diffusione dei batteri e la sua interazione con le proteine effettori batteriche per causare malattie. Inoltre, si cercherà di comprendere perché alcune popolazioni di P. syringae non producono la tossina e di identificare piante resistenti ai patogeni batterici.

Questo studio, pubblicato su Cell Host & Microbe, fornisce importanti spunti per la ricerca agricola e sottolinea l’importanza di esplorare le interazioni tra piante e patogeni per proteggere le colture alimentari.

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