Un team di ricerca guidato dall’Università di Stanford ha fatto una scoperta rivoluzionaria nel campo della chetosi, rivelando una nuova via metabolica che coinvolge gli aminoacidi BHB. Questa scoperta ha gettato nuova luce sui meccanismi di soppressione dell’appetito legati alla chetosi, aprendo nuove prospettive per la ricerca e la terapia in questo ambito.
La dieta chetogenica, conosciuta anche come “keto”, e il digiuno intermittente sono diventati estremamente popolari, coinvolgendo un vasto pubblico che va dagli appassionati occasionali di fitness agli atleti di resistenza. Entrambi questi approcci mirano a sfruttare la chetosi, uno stato metabolico in cui il corpo brucia i grassi anziché i carboidrati per produrre energia. I sostenitori di queste pratiche evidenziano una serie di benefici, tra cui la perdita di peso e il miglioramento della salute cerebrale.
Il team di ricerca, guidato dal professor Jonathan Long dell’Università di Stanford e dal professor Yong Xu del Baylor College of Medicine, si è concentrato sulla chimica dei chetoni, in particolare del beta-idrossibutirrato (BHB), il chetone più abbondante nel corpo. La loro ricerca ha portato alla scoperta di una via metabolica precedentemente sconosciuta e di una famiglia di metaboliti chetonici, che potrebbero rivoluzionare la nostra comprensione degli effetti della chetosi sul metabolismo, compreso quello cerebrale.
La ricerca, pubblicata su Cell il 12 novembre 2024, è stata resa possibile grazie a sovvenzioni per la ricerca dell’Iniziativa Knight per la Resilienza del Cervello presso l’Istituto di Neuroscienze Wu Tsai di Stanford e dal progetto di agilità dell’Alleanza per le Prestazioni Umane Wu Tsai di Stanford, insieme ad altre fonti di finanziamento.
Quando il corpo è privato di glucosio, la sua principale fonte di energia, inizia a utilizzare i grassi per produrre chetoni come combustibile alternativo. Fino a questo momento, si credeva che la chetosi seguisse due principali vie biochimiche: la chetogenesi, che produce BHB nel fegato, e la chetolisi, che consuma BHB per produrre energia in tutto il corpo. Tuttavia, Long e il suo team hanno scoperto una terza via metabolica, chiamata shunt, che genera una famiglia di composti chiamati BHB-aminoacidi.
Questa scoperta ha rivelato che i chetoni hanno ruoli aggiuntivi nel metabolismo del corpo, influenzando attivamente la risposta alla chetosi. In particolare, i ricercatori hanno osservato che i BHB-aminoacidi sono in grado di sopprimere l’appetito e favorire la perdita di peso, stabilendo un forte legame tra chetosi e regolazione energetica.
Il team di ricerca sta già esplorando le implicazioni terapeutiche di questa scoperta, concentrandosi sull’epilessia in collaborazione con esperti clinici dell’Università di Stanford. L’obiettivo è capire se la via shunt identificata e i suoi metaboliti possano giocare un ruolo nel controllo delle crisi epilettiche, aprendo la strada a nuovi trattamenti che replicano i benefici della chetosi senza richiedere una rigorosa dieta.
In conclusione, questa ricerca ha aperto nuove prospettive per comprendere meglio i meccanismi di azione della chetosi e potrebbe portare a nuove terapie per una vasta gamma di condizioni metaboliche e neurologiche. La scoperta di questa via metabolica precedentemente sconosciuta potrebbe rivoluzionare il modo in cui consideriamo gli effetti della dieta chetogenica e del digiuno intermittente sulla salute e sul benessere.
Links: