Il mistero che ha affascinato gli astronomi per decenni riguardo ai movimenti stellari insoliti in Omega Centauri, il più grande ammasso stellare della Via Lattea, sembra finalmente risolto. Recentemente, sono emersi dati che suggeriscono che le alte velocità stellari potrebbero essere causate da un gruppo di più piccoli buchi neri di massa stellare, anziché da un unico buco nero di massa intermedia, avanzando così la nostra comprensione della formazione dei buchi neri.
Omega Centauri
Omega Centauri, un imponente ammasso stellare con quasi dieci milioni di stelle, è situato nella costellazione del Centauro. Gli astronomi sono stati a lungo perplessi dalle velocità insolitamente elevate delle stelle vicino al suo nucleo. Due teorie principali sono state proposte per spiegare questo fenomeno: la presenza di un buco nero di massa intermedia (IMBH) o un insieme di buchi neri di massa stellare più piccoli.
- Secondo l’evoluzione stellare, i buchi neri dovrebbero formarsi naturalmente al centro dell’ammasso.
- Tuttavia, si pensava che molti di essi sarebbero stati espulsi nel tempo a causa delle interazioni gravitazionali con le stelle circostanti, rendendo così più plausibile l’ipotesi di un singolo IMBH.
Questa teoria ha ricevuto ulteriore supporto quando sono state osservate stelle in movimento ancora più veloce vicino al nucleo di Omega Centauri, suggerendo interazioni con un massiccio buco nero centrale.
Buchi neri di massa intermedia (IMBH)
I buchi neri di massa intermedia (IMBH) sono di particolare interesse per gli astronomi poiché potrebbero rappresentare il collegamento tra i buchi neri di massa stellare e quelli supermassicci. Mentre i primi si formano dalla morte di stelle massive e sono stati individuati attraverso varie tecniche, i buchi neri supermassicci, presenti al centro delle grandi galassie, possono pesare milioni o miliardi di volte la massa del Sole. Attualmente, non si conosce con certezza il processo di formazione dei buchi neri supermassicci, né se inizino la loro vita come buchi neri di massa stellare. La scoperta di un IMBH potrebbe gettare luce su questo enigma cosmico.
- Una nuova ricerca condotta dall’Università di Surrey ha esaminato le velocità anomale delle stelle al centro di Omega Centauri, utilizzando per la prima volta i dati sulle accelerazioni dei pulsar.
- I pulsar, simili ai buchi neri, si formano dalla morte delle stelle e, con una massa fino a due volte quella del Sole e un diametro di soli 20 km, possono ruotare fino a 700 volte al secondo.
Grazie alle loro emissioni radio, i pulsar agiscono come orologi di precisione nello spazio, consentendo agli astronomi di misurare con precisione le accelerazioni e di sondare il campo gravitazionale al centro di Omega Centauri.
Studio dell’Università di Surrey
Il Professor Justin Read, co-autore dello studio dell’Università di Surrey, ha sottolineato che la ricerca continua per individuare i buchi neri di massa intermedia, suggerendo che potrebbe essercene uno al centro di Omega Centauri, ma con una massa inferiore a circa sei mila volte quella del Sole, coesistente con un gruppo di buchi neri di massa stellare. Questo studio ha contribuito a risolvere un dibattito durato due decenni e apre nuove prospettive per future esplorazioni cosmiche.
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