Il telescopio Webb scopre oltre 100 nuovi asteroidi tra Giove e Marte, alcuni diretti verso la Terra

La scoperta di una nuova popolazione di asteroidi nella fascia principale apre nuove prospettive per il monitoraggio delle minacce spaziali e la difesa planetaria.

Grazie alle straordinarie capacità del James Webb Space Telescope (JWST), un gruppo di astronomi ha individuato una sorprendente quantità di piccoli asteroidi, mai osservati prima, nella fascia principale tra Marte e Giove. Questa scoperta potrebbe rivoluzionare il monitoraggio delle rocce spaziali di dimensioni ridotte, aumentando la capacità di prevedere i loro eventuali passaggi ravvicinati alla Terra.

Una scoperta inattesa

Gli asteroidi individuati dal JWST variano in dimensioni, da quelle di un autobus a quelle di piccoli stadi. Nonostante siano minuscoli rispetto al gigantesco corpo celeste che 66 milioni di anni fa decretò la fine dei dinosauri, questi asteroidi non vanno sottovalutati. La loro potenza distruttiva è tutt’altro che trascurabile: basti pensare all’esplosione di Chelyabinsk nel 2013, causata da un asteroide di circa 20 metri, che liberò un’energia 30 volte superiore alla bomba atomica di Hiroshima.

Questi piccoli asteroidi, noti come “decametrici” (con diametri dell’ordine di decine di metri), sono particolarmente difficili da rilevare a causa delle loro dimensioni ridotte. Tuttavia, rappresentano un rischio significativo: si stima che la probabilità di collisione con la Terra sia 10.000 volte maggiore rispetto a quella dei loro omologhi più grandi.

Tecnologie avanzate per uno sguardo più profondo

Un team guidato da Julien de Wit, professore associato al MIT, ha sfruttato tecniche computazionali all’avanguardia per analizzare le immagini d’archivio del JWST. Utilizzando circa 93 ore di dati raccolti dal telescopio nel sistema planetario TRAPPIST-1, a 40 anni luce di distanza, gli scienziati hanno scoperto ben 138 nuovi asteroidi, oltre agli otto già noti. Di questi, sei mostrano traiettorie potenzialmente pericolose, influenzate gravitazionalmente da pianeti vicini.

Il metodo adottato, una combinazione di analisi GPU e algoritmi innovativi, ha permesso una “ricerca completamente alla cieca”. Questa tecnica consente di individuare oggetti deboli e in rapido movimento nel vasto rumore di fondo delle immagini stellari. Secondo Artem Burdanov, autore principale dello studio, questo rappresenta un “nuovo regime di popolazione” nello studio degli asteroidi, reso possibile dalle moderne tecnologie.

Asteroidi e difesa planetaria

I piccoli asteroidi scoperti sono frammenti derivanti da collisioni tra rocce più grandi, con diametri che raramente superano i 10 metri. Il JWST si è dimostrato particolarmente efficace nel rilevarli grazie alla sua sensibilità all’infrarosso, che gli consente di captare le emissioni termiche degli asteroidi, molto più luminose della luce solare riflessa, su cui si basano gli strumenti tradizionali.

Le prossime osservazioni del JWST, che includeranno almeno 500 ore dedicate a una ventina di stelle lontane, potrebbero portare alla scoperta di migliaia di altri asteroidi decametrici nel nostro sistema solare. Parallelamente, strumenti innovativi come l’Osservatorio Vera C. Rubin in Cile contribuiranno significativamente all’ampliamento del catalogo degli asteroidi. Grazie alla più grande macchina fotografica digitale mai costruita, questo osservatorio rileverà circa 2,4 milioni di asteroidi nei suoi primi sei mesi di attività.

Un passo avanti nella protezione della Terra

La capacità di individuare asteroidi così piccoli con largo anticipo rappresenta un progresso fondamentale per la difesa planetaria. Tracciando con precisione le loro orbite, sarà possibile prevenire situazioni di pericolo per il nostro pianeta. Come sottolinea Burdanov, “questo approccio ci consente di agire in modo più proattivo, aumentando la sicurezza della Terra di fronte a una minaccia cosmica potenziale ma concreta”.

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Credit foto: Ella Maru e Julien de Wit