Io, uno dei corpi celesti più affascinanti del Sistema Solare, è noto per la sua intensa attività vulcanica, che rende la sua superficie un continuo palcoscenico di eruzioni spettacolari. Le immagini catturate dalla sonda hanno mostrato non solo cambiamenti recenti sulla sua superficie, ma anche il bagliore di lava ancora attiva, come confermato dagli scienziati della NASA in un comunicato ufficiale su X (ex Twitter).
In una delle foto più suggestive, sono evidenziati con frecce e cerchi rossi i flussi di lava attivi nella regione di Zal Montes-Patera. Questa zona è caratterizzata da due imponenti montagne che circondano una struttura dove le colate laviche più recenti sono chiaramente visibili. Le immagini sono state ottenute quando la sonda Giunone si trovava a soli 1.500 km dalla superficie di Io, una distanza che ha permesso di ottenere alcune delle fotografie con la più alta risoluzione mai realizzate dalla navetta spaziale.
Un’altra fotografia ha rivelato un canale di lava allungato e curvato, che si trova nei pressi della zona precedente. Gli scienziati ritengono che questa formazione sia stata scavata dalla lava attiva che scorreva lungo la superficie. Inoltre, è stato catturato anche un altro elemento straordinario: Tonatiuh, una colata lavica che si estende per più di 150 km.
La causa di tale attività vulcanica così intensa risiede nelle forze gravitazionali che agiscono su Io. La luna è infatti continuamente soggetta a intense forze di marea dovute alla sua interazione con Giove, il pianeta più grande del Sistema Solare, e con le altre lune galileiane, Europa e Ganimede. Queste forze gravitazionali comprimono e distendono il pianeta, generando un riscaldamento interno che, come una palla di argilla riscaldata dalla pressione, provoca l’eruzione di magma dalla sua crosta. Grazie a questo fenomeno, Io è diventato il corpo celeste più vulcanicamente attivo dell’intero Sistema Solare, con vulcani che eruttano lave alte decine di chilometri.
Le nuove osservazioni della sonda Juno offrono una visione ancora più precisa della dinamica di Io e potrebbero fornire indizi fondamentali per comprendere i processi geologici di altri mondi del Sistema Solare.
Nella foto, frecce e cerchi rossi indicano con precisione la posizione dei flussi di lava attivi, catturati dalla sonda Giunone nella regione di Zal Montes-Patera. Questa zona è caratterizzata da due imponenti montagne che circondano una struttura dove le colate laviche più recenti sono chiaramente visibili. Le immagini sono state ottenute quando la sonda Giunone si trovava a soli 1.500 km dalla superficie di Io, una distanza che ha permesso di ottenere alcune delle fotografie con la più alta risoluzione mai realizzate dalla navetta spaziale.
Un’altra fotografia ha rivelato un canale di lava allungato e curvato, che si trova nei pressi della zona precedente. Gli scienziati ritengono che questa formazione sia stata scavata dalla lava attiva che scorreva lungo la superficie. Inoltre, è stato catturato anche un altro elemento straordinario: Tonatiuh, una colata lavica che si estende per più di 150 km.
Ma da dove proviene tutta questa lava? La spiegazione risiede nelle forze gravitazionali che agiscono su Io. La luna è infatti continuamente soggetta a intense forze di marea dovute alla sua interazione con Giove, il pianeta più grande del Sistema Solare, e con le altre lune galileiane, Europa e Ganimede. Questi effetti gravitazionali “allungano” e “comprimono” Io in modo continuo, riscaldandone l’interno. È un processo simile a quello che avviene con una palla di argilla che, quando viene schiacciata ripetutamente, si riscalda. Proprio grazie a questo fenomeno, Io è diventato il corpo celeste più vulcanicamente attivo dell’intero Sistema Solare, con vulcani che eruttano lava che può raggiungere altezze impressionanti, fino a decine di chilometri.
Le nuove osservazioni della sonda Juno offrono una visione ancora più precisa della dinamica di Io e potrebbero fornire indizi fondamentali per comprendere i processi geologici di altri mondi del Sistema Solare.
Fonte:
https://mashable.com/article/nasa-io-volcano-lava-image-juno-spacecraft