La vita potrebbe esistere nello spazio anche senza pianeti

La vita potrebbe esistere nello spazio anche senza pianeti

Una ricerca pubblicata su Astrobiology da Robin Wordsworth e Charles Cockell propone che la vita possa esistere senza la necessità di un pianeta, sostenendo condizioni vitali attraverso strutture biologiche auto-sufficienti. Gli autori sfidano l’idea tradizionale che l’abitabilità richieda necessariamente un ambiente planetario, suggerendo che gli ecosistemi possano generare e mantenere autonomamente le condizioni necessarie alla loro sopravvivenza anche nel vuoto dello spazio.

Le barriere biologiche, come quelle prodotte da organismi fotosintetici, potrebbero imitare le funzioni di un pianeta. Queste strutture potrebbero lasciar passare la luce visibile per la fotosintesi, bloccare le radiazioni UV e mantenere pressione e temperatura sufficienti per conservare l’acqua liquida. Gli autori trovano esempi sulla Terra che dimostrano come la vita si sia già adattata a condizioni ambientali estreme. Ad esempio, le alghe Ascophyllum nodosum generano noduli che sostengono pressioni interne elevate, mentre le formiche argentate del Sahara regolano calore e riflettività per sopravvivere a temperature estreme. Inoltre, alcune diatomee producono strutture di silice che potrebbero essere usate per isolare termicamente gli habitat.

Per superare le sfide legate alla perdita di volatili e alla protezione dalle radiazioni, barriere biologiche potrebbero essere progettate per trattenere l’atmosfera e bloccare i raggi UV, mantenendo condizioni favorevoli per la vita. Inoltre, un ecosistema chiuso sarebbe in grado di gestire il ciclo dei nutrienti e i rifiuti organici, simile ai processi che avvengono sulla Terra. Gli autori sottolineano che la vita sulla Terra non ha ancora sviluppato sistemi completamente auto-sufficienti, ma suggeriscono che l’evoluzione potrebbe aver seguito percorsi molto diversi in ambienti extraterrestri, portando alla formazione di habitat viventi con biofirme insolite ma rilevabili.

Concludono che non vi sono limiti fisici o chimici evidenti per la creazione di sistemi viventi autonomi nello spazio, e che questa idea merita ulteriori studi per comprendere meglio le possibilità di vita in ambienti extraterrestri non convenzionali.