Nell’ovest della Finlandia, sull’isola di Olkiluoto, sta per essere inaugurata una struttura destinata a ospitare rifiuti nucleari per un periodo di tempo che si spera superi i 100.000 anni. Questo perché, sebbene l’energia nucleare sia considerata più pulita e meno inquinante rispetto ai combustibili fossili, la gestione dei rifiuti nucleari rappresenta una sfida complessa.
La maggior parte di questi rifiuti, il 90%, è classificata come a basso livello, comprendendo abiti e attrezzi leggermente contaminati, mentre il 7% è costituito da rifiuti di livello intermedio, come filtri usati e altri componenti provenienti dai reattori. Tuttavia, i rifiuti di alto livello (HLW), pur rappresentando una piccola frazione del totale, contengono la maggior parte della radioattività. L’Agenzia per l’Energia Nucleare spiega che, sebbene la quantità di HLW sia limitata rispetto al volume totale dei rifiuti radioattivi prodotti, essi contengono il 99% della radioattività complessiva.
È importante sottolineare che ci vogliono circa 10.000 anni affinché la radioattività dei rifiuti di alto livello decada al livello che sarebbe stato presente nel minerale originale da cui è stato prodotto il combustibile nucleare. Questo significa che i rifiuti nucleari rimangono per lunghi periodi di tempo altamente radioattivi.
Diverse proposte sono state avanzate per lo smaltimento di tali rifiuti, dall’ipotesi di depositarli negli oceani al lancio nello spazio. Tuttavia, la Finlandia ha optato per la soluzione di seppellirli sottoterra in una struttura chiamata Onkalo, che significa grotta o cavità.
Onkalo, situata a una profondità di circa 430 metri nel basamento roccioso, aprirà le sue porte sia l’anno prossimo che nel 2026. Il piano prevede il trasferimento dei rifiuti nucleari alla struttura nel corso del prossimo secolo, dove saranno conservati in contenitori di rame e ghisa saldati prima di essere immagazzinati. Secondo i piani attuali, la struttura verrà sigillata entro gli anni ’20 del 2100. Le prove di smaltimento sono già iniziate con successo all’inizio di quest’anno, ad agosto.
Nonostante il 2120 possa sembrare un lontano futuro, rispetto alla durata della radioattività dei rifiuti, è un periodo relativamente breve. Un’altra questione a lungo termine riguarda la comunicazione del pericolo rappresentato dalla struttura nel corso dei millenni in cui i rifiuti rimarranno radioattivi. Come avvertire le future generazioni o una civiltà ipotetica che potrebbe succedere alla nostra, considerando che non possiamo garantire che parleranno la nostra lingua? Diverse idee sono state proposte in proposito, tra cui la creazione di un paesaggio minaccioso e scoraggiante, nella speranza che anche tra migliaia di anni gli esseri umani reagiscano con un netto rifiuto.
Un rapporto del 1993 dei Laboratori Nazionali di Sandia suggerisce l’idea di utilizzare una lastra di marmo nero o cemento nero per rappresentare un enorme buco nero, un vuoto spaventoso e inabitabile. Altre proposte includono la creazione di gatti che cambiano colore in prossimità dei rifiuti nucleari, con la diffusione di storie su questi animali nella società umana per generazioni, indicando che i gatti che cambiano colore segnalano il pericolo.
Mentre la struttura è in funzione, gli esseri umani possono essere avvisati dei pericoli tramite dipendenti e cartelli anziché aspettare segnali dai gatti. Quando diventerà operativa nei prossimi anni, la struttura di Onkalo offrirà una soluzione a lungo termine per un problema estremamente duraturo.
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