Gli astronomi hanno ottenuto un risultato straordinario, riuscendo a tracciare un segnale radio pulsante nello spazio fino alla sua sorgente originale, situata nelle profondità della Via Lattea. Questo rappresenta una svolta significativa, poiché è la prima volta che si identifica con precisione l’origine di un segnale di questo tipo. Il segnale, denominato GLEAM-X J0704-37, è stato studiato da un team guidato da Natasha Hurley-Walker e descritto in un articolo pubblicato su The Astrophysical Journal Letters.
Il segnale è il più lento mai rilevato finora: si tratta di un burst radio che emette impulsi lunghi circa un minuto ogni tre ore. L’origine del fenomeno è stata individuata in un sistema composto da una stella nana rossa e una nana bianca. Secondo Walker, la nana rossa emette un vento stellare di particelle cariche, simile a quello del nostro Sole. Quando queste particelle incontrano il campo magnetico della nana bianca, vengono accelerate, generando onde radio. Questo processo ricorda il modo in cui i venti solari interagiscono con il campo magnetico terrestre per creare l’aurora boreale e segnali radio a bassa frequenza.
La scoperta è stata possibile grazie al lavoro congiunto di due potenti radiotelescopi: il Murchison Widefield Array, situato nell’Australia Occidentale, e il MeerKAT, in Sudafrica. Questi strumenti hanno consentito di analizzare le frequenze provenienti dalla nana rossa con un dettaglio senza precedenti. Walker ha sottolineato che le nane rosse sono estremamente comuni nella nostra galassia, rappresentando circa il 70% delle stelle della Via Lattea. Tuttavia, a causa della loro luminosità molto bassa, non sono visibili a occhio nudo. Questa caratteristica rende la loro osservazione particolarmente sfidante. Inoltre, il sistema studiato potrebbe rappresentare solo uno dei tanti scenari possibili per la generazione di segnali radio a lungo periodo, lasciando aperti molti interrogativi.
Nonostante l’importanza di questa scoperta, il team di ricerca ha riconosciuto che c’è ancora molto lavoro da fare per comprendere pienamente il fenomeno. “Dobbiamo considerare la possibilità che esistano molti tipi diversi di sistemi in grado di produrre pulsazioni radio di lunga durata”, ha scritto Walker. La scoperta invita a “aspettarsi l’inaspettato”, spingendo gli astronomi a continuare a scrutare i cieli e a indagare i misteri ancora irrisolti del cosmo.