Nel mese di dicembre, la sonda BepiColombo dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha compiuto un sorvolo memorabile di Mercurio, il quinto dalla sua missione, regalando alla comunità scientifica nuove e affascinanti scoperte sul pianeta più vicino al Sole. Questo passaggio ha segnato una tappa cruciale, poiché per la prima volta è stato possibile osservare Mercurio nel medio infrarosso, rivelando informazioni preziose riguardo le sue variazioni di temperatura e composizione superficiale.
Lungo il suo cammino, la sonda ha effettuato osservazioni con lo strumento MERTIS, acronimo di Mercury Radiometer and Thermal Infrared Spectrometer, che ha permesso di raccogliere dati senza precedenti. MERTIS è stato concepito per esplorare i misteri di Mercurio, analizzando la mineralogia, la composizione e le temperature del pianeta. Grazie a questo strumento, gli scienziati sono ora in grado di interpretare con maggiore chiarezza le caratteristiche della superficie mercuriana, fornendo dettagli mai visti prima.
La prima immagine scattata da MERTIS ha svelato un aspetto inedito di Mercurio, rivelando come diverse aree del pianeta appaiano più luminose nel medio infrarosso rispetto ad altre. Con una risoluzione che varia tra i 26 e i 30 chilometri, l’immagine ha messo in luce il bacino di Caloris e una vasta pianura vulcanica nell’emisfero settentrionale di Mercurio. La superficie, con la sua lucentezza variabile, racconta la storia di temperature, rilievi e minerali che plasmano il volto di questo affascinante mondo. Tra i dettagli più sorprendenti, spicca il cratere Basho, che si distingue per la presenza di materiali sia scuri che chiari, ma che rivela la sua vera essenza proprio nell’infrarosso.
“Questi nuovi dati sono il primo passo verso la comprensione più profonda di Mercurio“, ha dichiarato Harald Hiesinger, ricercatore principale dello strumento MERTIS. “Con MERTIS esploreremo territori ancora inesplorati e potremo analizzare la composizione, la mineralogia e le temperature di Mercurio con una precisione mai raggiunta finora.”
L’obiettivo principale di questo sorvolo è stato quello di raccogliere informazioni preliminari, ma le scoperte sono già di grande valore. Solmaz Adeli, responsabile del progetto per il flyby, ha sottolineato l’importanza di questi dati: “C’è ancora molto da scoprire. In questi dati sono racchiuse formazioni superficiali mai viste prima.”
La missione BepiColombo, lanciata nell’ottobre 2018, è una collaborazione tra l’ESA e l’Agenzia Spaziale Giapponese (JAXA). Il modulo MTM, che trasporta gli orbiter MPO e Mio, ha viaggiato per anni verso Mercurio e, se tutto procederà come previsto, i veicoli spaziali entreranno nell’orbita del pianeta nel 2026, dove si separeranno per iniziare le loro manovre orbitaliche. Dal 2027, gli orbiter inizieranno le operazioni scientifiche, raccogliendo dati cruciali per almeno un anno.
Con questa missione, gli scienziati si preparano a rispondere a domande secolari riguardo a Mercurio, il suo ambiente e la sua composizione, aprendo la strada a scoperte che potrebbero rivoluzionare la nostra comprensione del sistema solare. BepiColombo non è solo una missione spaziale, ma una promessa di esplorazione e conoscenza che sta scrivendo una nuova pagina nella storia dell’astronomia.