Le emozioni umane e la loro localizzazione nel corpo hanno affascinato l’umanità attraverso i secoli. Da Taiwan alla Finlandia, la rabbia è spesso associata alla testa o al petto, ma in epoche antiche come l’antica Mesopotamia, le emozioni avevano una mappatura anatomica diversa. Uno studio recente condotto da un team di ricercatori guidati dal neuroscienziato cognitivo Juha Lahnakoski ha esaminato migliaia di testi neo-assiri del X al VII secolo a.C., rivelando che l’ira era localizzata nelle cosce, l’amore e la felicità nel fegato, la sofferenza nelle ascelle e l’eccitazione sessuale alle caviglie.
Le culture occidentali condividono un’interpretazione simile delle emozioni, dove l’amore è spesso associato al cuore, la lussuria ai lombi, la rabbia alle orecchie e la paura agli intestini. Tuttavia, queste associazioni non sono universali e variano nel corso della storia e tra le diverse culture. Gli esseri umani, infatti, sembrano condividere una sorta di mappa emotiva del corpo, influenzata dalle risposte del sistema nervoso simpatico e parasimpatico.
Per approfondire la comprensione di come le emozioni erano percepite nell’antichità, il team di ricerca si è rivolto ai dettagliati registri della vita assira, una cultura che dominava il Medio Oriente circa 3.000 anni fa. Anche gli Assiri attribuivano emozioni specifiche a parti del corpo, come il cuore per l’orgoglio e il petto per la tristezza.
Tuttavia, interpretare il linguaggio e le metafore di una cultura antica presenta sfide, specialmente considerando che alcuni termini potrebbero essere stati interpretati in modo diverso nel contesto storico. Inoltre, l’analisi potrebbe essere influenzata da pregiudizi intrinseci negli strumenti utilizzati, come l’esclusione dell’anatomia femminile nei testi.
Nonostante le limitazioni, la ricerca offre uno sguardo affascinante sulle connessioni tra linguaggio, emozioni e anatomia, suggerendo che la mappa del corpo delle emozioni potrebbe essere più sfumata e complessa di quanto si pensasse. Con il continuo sviluppo di modelli di linguaggio generativo, potremmo essere in grado di esplorare in modo più approfondito come le emozioni sono rappresentate e vissute attraverso le culture e i secoli.
Questo studio, pubblicato su iScience, getta nuova luce sulla relazione tra linguaggio ed esperienza umana, aprendo la strada a ulteriori scoperte che arricchiranno la nostra comprensione delle emozioni e del loro legame con il corpo.
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