Gli scienziati hanno creato un’immagine dettagliata di San Nicola di Myra, il vescovo che ispirò la figura di Babbo Natale, utilizzando il suo cranio per una ricostruzione forense. La tecnica ha rivelato un volto con fronte ampia, naso rotondo e labbra sottili, con una barba folta, caratteristiche che richiamano l’immagine di Babbo Natale che conosciamo oggi. San Nicola, vissuto nel IV secolo e noto per la sua generosità verso i bambini, ispirò la figura di Sinterklaas nei Paesi Bassi, che in seguito si trasformò in Babbo Natale negli Stati Uniti. “Il cranio ha un aspetto molto robusto, generando un volto forte, poiché le sue dimensioni sull’asse orizzontale sono più grandi della media”, ha affermato. “Questa caratteristica, unita alla folta barba, ricorda molto la figura che abbiamo in mente quando pensiamo a Babbo Natale.”
Gli scienziati hanno creato un modello di quello che ritengono potesse essere l’aspetto di San Nicola di Mira. Credito: Cicerone Moraes/Pen News
Il cranio di San Nicola, che originariamente si trovava a Myra (attuale Turchia), è ora custodito a Bari. Gli scienziati hanno utilizzato dati anatomici per ricostruire il volto in 3D, combinando tomografie moderne con deformazioni anatomiche per adattare il cranio a un modello più accurato. La ricerca ha anche rivelato che San Nicola soffriva di artrite cronica e aveva un cranio spesso, probabilmente causa di frequenti mal di testa. Inoltre, si ritiene che seguisse una dieta prevalentemente vegetale.
Le immagini ricostruite corrispondono alle descrizioni tradizionali di Babbo Natale, come quella della poesia del 1823 “Twas The Night Before Christmas”, che descriveva il viso di Babbo Natale come “largo” con “guance rosee”. “Abbiamo integrato questo con la tecnica della deformazione anatomica, in cui la tomografia della testa di una persona vivente viene adattata in modo che il cranio del donatore virtuale corrisponda a quello del santo. Il volto finale è un’interpolazione di tutte queste informazioni, alla ricerca di coerenza anatomica e statistica”. Il progetto, guidato da Cicero Moraes e coadiuvato da José Luís Lira e Thiago Beaini, è stato pubblicato sulla rivista OrtogOnLineMag.