La scienza è da tempo preoccupata per i danni alla salute e all’ambiente causati dalla plastica. Recentemente, un gruppo di ricercatori del Weizmann Institute of Science in Israele ha sviluppato un nuovo tipo di plastica biodegradabile. Questo materiale innovativo si distingue per il suo basso costo e la sua resistenza.
Il team ha cercato materiali economici e facilmente reperibili che potessero essere migliorati, trovando nella tirosina, un amminoacido, una soluzione. La tirosina forma nanocristalli particolarmente resistenti. Per creare una plastica composita biodegradabile, i ricercatori hanno combinato la tirosina con l’idrossietilcellulosa, un derivato della cellulosa comunemente usato nei prodotti farmaceutici e cosmetici.
Uno studio ha dimostrato che una striscia di questo nuovo materiale, spessa appena 0,04 millimetri, può sopportare un carico di 6 chilogrammi. Inoltre, pur essendo resistente, la plastica si è rivelata più malleabile rispetto al suo componente principale. Un’altra caratteristica interessante è che, essendo sia la cellulosa che la tirosina commestibili, anche la plastica composita biodegradabile è sicura per il consumo.
Questo materiale rappresenta una potenziale svolta nel campo delle plastiche del futuro, che potrebbero essere sostenibili, biodegradabili e persino commestibili. Insomma una vera e propria rivoluzione per il settore dei materiali, ma soprattutto per l’ambiente.
Secondo lo studio pubblicato sulla rivista scientifica ACS Nano, “lo sviluppo di materiali plastici biodegradabili è di primaria importanza a causa dei gravi problemi ambientali e sanitari associati all’accumulo di rifiuti di plastica. Abbiamo prodotto un materiale composito biodegradabile che dimostra una resistenza superiore alla maggior parte delle plastiche biodegradabili“.
Questo nuovo materiale si unisce a una crescente lista di plastiche biodegradabili che hanno attirato l’attenzione della comunità scientifica, come una plastica che può essere mangiata dagli animali marini o una plastica “viva” che si decompone autonomamente quando perde la sua utilità.
Fonte:
https://pubs.acs.org/doi/10.1021/acsnano.3c02528
Credit foto: Niazov-Elkan et al, 2024/ACS Publications