La malattia di Parkinson è caratterizzata da un calo delle capacità motorie, che si manifesta con lentezza, rigidità e tremori. Tuttavia, questa condizione influisce anche su altre funzioni neurologiche, come l’umore e il declino cognitivo.
Recenti studi condotti presso l’Università dell’Arizona hanno evidenziato che un farmaco in grado di bloccare un recettore chiave legato alla pressione sanguigna potrebbe avere effetti positivi sul recupero della memoria in modelli di demenza vascolare. Questo farmaco, chiamato PNA5, è un breve peptide che si è dimostrato efficace nel migliorare la memoria in topi con sintomi simili a quelli del Parkinson.
I ricercatori hanno analizzato i ricordi e i campioni di tessuto dei topi trattati con PNA5 per valutare gli effetti del farmaco. È emerso che le dosi di PNA5 hanno invertito alcuni segni di declino cognitivo nei topi, riducendo anche l’attività delle cellule immunitarie chiamate microglia nell’ippocampo, che sono coinvolte nel declino cognitivo.
La neurobiologa Kelsey Bernard ha sottolineato che l’obiettivo principale del trattamento con PNA5 è migliorare i sintomi cognitivi e prevenire ulteriori degenerazioni. I risultati della ricerca hanno dimostrato che il trattamento ha migliorato la memoria di riconoscimento e la memoria di lavoro spaziale nei topi, rallentando la perdita di cellule cerebrali nell’ippocampo.
Il PNA5 agisce calmando le cellule microglia, riducendo l’infiammazione cerebrale e contrastando il caos causato dall’iperattivazione del sistema di difesa del corpo. Questo approccio potrebbe essere cruciale nel trattamento della malattia di Parkinson, in cui le microglia iperattive possono causare danni al tessuto cerebrale.
Nonostante i risultati promettenti ottenuti nei topi, è necessario condurre ulteriori studi per valutare la sicurezza ed efficacia del PNA5 negli esseri umani. Tuttavia, questo studio offre speranza per il futuro, poiché potrebbe aprire nuove prospettive nel trattamento della demenza associata alla malattia di Parkinson.
La neurobiologa dello sviluppo Lalitha Madhavan ha evidenziato che una percentuale significativa di pazienti affetti da Parkinson presenta compromissione cognitiva, che peggiora con la progressione della malattia. Attualmente, non esistono trattamenti efficaci per il declino cognitivo e la demenza legati alla malattia di Parkinson.
Questo studio, pubblicato su Experimental Neurology, rappresenta un importante passo avanti nella ricerca di terapie innovative per affrontare i sintomi cognitivi della malattia di Parkinson e potenzialmente migliorare la qualità di vita dei pazienti affetti da questa patologia.
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