L’acqua, fonte di vita sulla Terra, ha una storia che si intreccia con le origini del nostro pianeta e del Sistema Solare. La sua presenza è essenziale, eppure il processo attraverso cui il nostro mondo si è arricchito di questa risorsa fondamentale rimane oggetto di dibattito scientifico.
Le origini dell’acqua terrestre
Quando la Terra si formò circa 4,6 miliardi di anni fa, era un giovane pianeta incandescente, situato troppo vicino al Sole per trattenere la sua acqua primordiale. Tuttavia, i gas vulcanici emessi durante i primi milioni di anni contribuirono a condensare vapore acqueo che formò gli oceani. A questa fonte si aggiunse un contributo esterno: gli asteroidi e, forse, le comete.
Gli scienziati hanno individuato prove che asteroidi ricchi di minerali idrati e ghiaccio portarono parte dell’acqua terrestre durante un periodo di intensi impatti cosmici avvenuto circa 4 miliardi di anni fa. Ma il ruolo delle comete in questo processo è stato a lungo controverso.
#Comete: messaggere di ghiaccio?
La “firma” molecolare dell’acqua – il rapporto tra deuterio (D) e idrogeno (H) – è un elemento chiave per comprendere l’origine dell’acqua terrestre. Gli oggetti formatisi lontano dal Sole, come le comete, tendono ad avere una concentrazione più alta di deuterio rispetto a quelli più vicini, come gli asteroidi.
Alcune comete della famiglia di Giove hanno mostrato livelli di deuterio compatibili con quelli dell’acqua terrestre, suggerendo che potrebbero aver contribuito al riempimento degli oceani. Tuttavia, nel 2014, la missione Rosetta dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) mise in discussione questa ipotesi. Analizzando la cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko, Rosetta rilevò una concentrazione di deuterio tre volte superiore a quella terrestre.
Questa scoperta spinse gli scienziati a rivedere le loro teorie: forse le comete non avevano avuto il ruolo predominante che si pensava, o forse i dati raccolti non erano rappresentativi dell’intera cometa.
La polvere: una variabile cruciale
Recenti studi condotti dal team della dott.ssa Kathleen Mandt, scienziata planetaria della NASA, hanno rivelato una correlazione tra le misurazioni del deuterio nella chioma di 67P e la presenza di polvere attorno alla sonda Rosetta. Quando una cometa si avvicina al Sole, il calore provoca il rilascio di gas e polvere. I granelli di polvere possono intrappolare acqua ricca di deuterio, influenzando le misurazioni.
Secondo questa ricerca, il ghiaccio legato alla polvere tende a rilasciare quantità più elevate di deuterio rispetto al corpo principale della cometa. Una volta che la polvere si disperde nella chioma esterna, le misurazioni diventano più accurate, rivelando una composizione isotopica più vicina alla reale natura della cometa.
Implicazioni per il futuro
Questi risultati non solo rimettono in discussione il ruolo delle comete nel trasporto di acqua sulla Terra, ma offrono una nuova prospettiva per studiare il Sistema Solare primordiale. La scoperta spinge gli scienziati a rianalizzare le osservazioni passate e a prepararsi per future missioni spaziali, considerando l’influenza della polvere cometaria.
L’acqua terrestre, con tutta la sua complessità e mistero, racconta una storia di collisioni, evoluzioni e interconnessioni cosmiche. E mentre nuove scoperte continuano a emergere, ci avviciniamo sempre più a comprendere il viaggio che ha portato la vita sul nostro pianeta.
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