La frequenza con cui ciascuno di noi visita il bagno per i movimenti intestinali, comunemente noti come “numero due”, è più che una semplice routine quotidiana: essa può rivelarsi un importante indicatore della nostra salute a lungo termine. Uno studio condotto dall’Istituto di Biologia dei Sistemi (ISB) negli Stati Uniti ha esplorato questo tema, ancora intriso di tabù, coinvolgendo 1.400 individui adulti ritenuti inizialmente in buona salute.
Secondo gli esperti, il corretto funzionamento intestinale dovrebbe idealmente garantire almeno un’evacuazione al giorno. Tuttavia, lo studio mette in luce come due estremi – stitichezza cronica e diarrea frequente – possano comportare gravi implicazioni per la salute generale.
L’equilibrio del corpo dipende anche dall’Intestino
I risultati, pubblicati sulla prestigiosa rivista Cell Reports Medicine, rivelano che la frequenza dei movimenti intestinali è influenzata da una molteplicità di fattori, tra cui l’età, il sesso e l’indice di massa corporea (BMI). I giovani, le donne e le persone con un BMI più basso tendono, ad esempio, ad evacuare meno frequentemente.
Per meglio comprendere le correlazioni tra abitudini intestinali e salute, i ricercatori hanno suddiviso i partecipanti in quattro gruppi distinti:
- Stitichezza grave: 1-2 movimenti intestinali a settimana.
- Frequenza normale-bassa: 3-6 movimenti a settimana.
- Frequenza normale-alta: 1-3 movimenti al giorno.
- Diarrea: oltre 4 movimenti intestinali al giorno.
Queste categorie non sono prive di conseguenze: la stitichezza, ad esempio, può favorire l’accumulo di tossine nell’organismo, mentre l’eccessiva frequenza può causare uno squilibrio nell’assorbimento di acidi biliari, mettendo a rischio fegato e reni.
Quando l’intestino si ammala, il corpo ne risente
I batteri intestinali, essenziali per la nostra salute, giocano un ruolo cruciale nella digestione delle fibre alimentari, producendo acidi grassi a catena corta che nutrono l’organismo. Tuttavia, in caso di stitichezza, queste fibre si esauriscono rapidamente, costringendo i batteri a fermentare proteine e generare tossine come l’indossilsolfato, con conseguenze potenzialmente gravi per reni e altri organi.
Analogamente, chi soffre di diarrea cronica rischia di eliminare eccessivamente gli acidi biliari, un fenomeno che può compromettere la salute epatica. Anche nelle persone apparentemente sane, la disfunzione intestinale rappresenta un fattore di rischio per lo sviluppo di malattie croniche.
Come migliorare la salute dell’intestino
Fortunatamente, è possibile intervenire per ottimizzare la salute intestinale. Gli esperti consigliano tre semplici strategie:
- Aumentare il consumo di frutta e verdura: Le fibre in esse contenute sono fondamentali per il corretto funzionamento del microbiota.
- Mantenere una corretta idratazione: Bere acqua regolarmente facilita i processi digestivi e previene la stitichezza.
- Praticare attività fisica: L’esercizio stimola il movimento peristaltico dell’intestino, favorendo l’evacuazione regolare.
Se i problemi persistono o insorgono dubbi, è essenziale rivolgersi a un gastroenterologo, che potrà suggerire trattamenti personalizzati.
Un messaggio per tutti: la salute parte dall’intestino
La frequenza con cui si va in bagno è molto più di un’abitudine: è un segnale di ciò che accade dentro di noi. Prendersi cura dell’intestino significa proteggere il proprio futuro, adottando scelte alimentari e di vita consapevoli per favorire il benessere globale.
Fonte: