Individui diagnosticati con il diabete di tipo 2 prima dei 50 anni hanno un rischio maggiore di sviluppare demenza in età avanzata. Questo è quanto emerge da uno studio condotto dai ricercatori del NYU Rory Meyers College of Nursing e pubblicato su PLOS ONE. Secondo la ricerca, gli individui che ricevono la diagnosi di diabete di tipo 2 in giovane età affrontano un rischio più elevato di sviluppare demenza rispetto a coloro che vengono diagnosticati più tardi nella vita. In particolare, il rischio è significativamente più alto tra gli adulti obesi.
Il professor Xiang Qi, assistente presso il NYU Meyers e primo autore dello studio, ha sottolineato che potrebbero esserci implicazioni cognitive legate all’insorgenza precoce del diabete di tipo 2. Questo evidenzia la necessità di adottare strategie preventive contro la demenza che considerino sia il diabete che l’obesità.
Il diabete di tipo 2 rappresenta un noto fattore di rischio per la demenza, anche se i meccanismi sottostanti non sono ancora del tutto chiari. Gli scienziati ipotizzano che caratteristiche distintive del diabete, come l’iperglicemia, la resistenza all’insulina e l’infiammazione, possano favorire lo sviluppo della demenza nel cervello.
Sebbene il diabete di tipo 2 fosse tradizionalmente associato agli anziani, sta diventando sempre più diffuso tra i giovani: attualmente, una persona su cinque con diabete di tipo 2 nel mondo ha meno di 40 anni.
Per comprendere meglio come il momento della diagnosi del diabete di tipo 2 influenzi il rischio di demenza, il team di ricerca ha analizzato i dati raccolti dal 2002 al 2016 nello studio Health and Retirement Study condotto dall’University of Michigan Institute for Social Research.
Lo studio pubblicato su PLOS ONE ha coinvolto 1.213 adulti statunitensi di età superiore ai 50 anni con diabete di tipo 2 confermato tramite test del sangue e senza demenza all’inizio dello studio. Nel corso di un follow-up di massimo 14 anni, 216 partecipanti (17,8%) hanno sviluppato demenza, come riscontrato attraverso interviste telefoniche.
I risultati hanno evidenziato che gli adulti diagnosticati con il diabete di tipo 2 in giovane età presentavano un rischio maggiore di sviluppare demenza rispetto a coloro diagnosticati a 70 anni o più. In particolare, gli adulti diagnosticati prima dei 50 anni avevano quasi il doppio delle probabilità di sviluppare demenza rispetto a quelli diagnosticati a 70 anni e oltre. Inoltre, coloro diagnosticati tra i 50-59 anni avevano il 72% in più di probabilità, mentre quelli tra i 60-69 anni avevano il 70% in più di probabilità.
Attraverso l’utilizzo di test di tendenza lineare, i ricercatori hanno individuato una correlazione graduale tra l’età alla diagnosi del diabete di tipo 2 e il rischio di demenza: per ogni anno più giovane in cui una persona viene diagnosticata con il diabete di tipo 2, il suo rischio di sviluppare demenza aumenta del 1,9%.
È emerso anche che l’obesità sembra influenzare la relazione tra diabete di tipo 2 e demenza. Gli individui obesi che ricevono la diagnosi di diabete di tipo 2 prima dei 50 anni presentano il rischio più elevato di demenza secondo lo studio.
I ricercatori hanno sottolineato che questa maggiore comprensione del legame tra l’insorgenza del diabete, l’obesità e la demenza potrebbe contribuire a sviluppare interventi mirati per prevenire la demenza. Il professor Wu ha aggiunto che l’età alla diagnosi del diabete riveste un’importanza cruciale e che intervenire specificamente sull’obesità, attraverso dieta, esercizio fisico e, eventualmente, farmaci, potrebbe giocare un ruolo fondamentale nella prevenzione della demenza nei giovani adulti con diabete.
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