Menadione: Una Nuova Speranza Contro il Cancro alla Prostata

Il potenziale del menadione nel rallentare la progressione tumorale e trattare la miopatia miotubulare

Menadione, un precursore della vitamina K, si è dimostrato efficace nel rallentare la progressione del cancro alla prostata nei topi interferendo con i meccanismi di sopravvivenza delle cellule tumorali. Questa scoperta potrebbe avere importanti implicazioni per il trattamento del cancro alla prostata nell’uomo e per la terapia di altre patologie come la miopatia miotubulare.

Il cancro alla prostata è spesso asintomatico e trattabile, ma in alcuni casi diventa resistente alle terapie convenzionali e assume un carattere aggressivo. I ricercatori del Cold Spring Harbor Laboratory (CSHL) hanno individuato una potenziale soluzione a questa sfida. Il team guidato dal Professor Lloyd Trotman ha condotto studi che dimostrano come il menadione, un supplemento pro-ossidante, possa rallentare la progressione del cancro alla prostata nei topi.

Il menadione è un precursore della vitamina K, presente in alimenti come le verdure a foglia verde. La ricerca di Trotman è stata ispirata dai risultati del trial SELECT condotto dall’Istituto Nazionale del Cancro, che ha evidenziato l’inefficacia di un supplemento antiossidante di vitamina E nel prevenire il cancro alla prostata. Questo ha spinto Trotman a ipotizzare che un approccio pro-ossidante potesse essere più efficace.

La menadione rallenta la crescita del cancro alla prostata nei topi
Un nuovo studio del professor Lloyd Trotman del Cold Spring Harbor Laboratory e colleghi, pubblicato su Science, mostra che la menadione rallenta significativamente la crescita del cancro alla prostata nei topi e nelle cellule tumorali derivate dall’uomo, come si vede qui.
Laboratorio di Trotman/Cold Spring Harbor Laboratory

Quando somministrato ai topi affetti da cancro alla prostata, il menadione agisce interferendo con i processi di sopravvivenza delle cellule tumorali. In particolare, il menadione agisce esaurendo un lipide chiamato PI(3)P, fondamentale per il corretto funzionamento delle cellule tumorali. Senza questo lipide, le cellule non sono in grado di riciclare i materiali e alla fine muoiono. Trotman paragona questo meccanismo a un hub di trasporto come l’aeroporto JFK, dove la mancanza di identificazione dei voli porta al caos e all’esplosione delle cellule tumorali.

Il team di ricerca spera ora di poter tradurre questi risultati in studi pilota su pazienti umani affetti da cancro alla prostata in fase precoce. L’obiettivo è valutare se l’assunzione del supplemento possa effettivamente rallentare la progressione della malattia. Inoltre, i risultati preliminari suggeriscono che il menadione potrebbe essere efficace anche nel trattamento della miopatia miotubulare, una rara condizione che colpisce la crescita muscolare nei neonati maschi.

La ricerca di Trotman ha dimostrato che l’esaurimento del PI(3)P con il menadione può raddoppiare la durata della vita dei topi affetti da questa patologia. Se confermati negli esseri umani, questi risultati potrebbero significare una migliore qualità di vita per gli uomini affetti da cancro alla prostata e una speranza per i bambini nati con malattie incurabili.

La ricerca, pubblicata su Science, è stata finanziata da diverse istituzioni tra cui il National Cancer Institute, la Pershing Square Sohn Cancer Research Alliance e il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti. Questo studio apre nuove prospettive nel campo della terapia pro-ossidante e potrebbe portare a importanti sviluppi nel trattamento di patologie come il cancro alla prostata e la miopatia miotubulare.

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