Lo studio pubblicato sulla rivista Scientific Reports ha esaminato vassoi risalenti al Neolitico (6400-5900 a.C.), utilizzati per la cottura di impasti a base di cereali. I vassoi, rinvenuti in siti archeologici situati tra Siria e Turchia (Mezraa Teleilat, Akarçay Tepe e Tell Sabi Abyad), erano realizzati in argilla grezza con una grande base ovale e pareti basse, caratterizzati da una superficie interna segnata da incisioni o impronte ripetitive e regolari. Questi vassoi differivano da quelli comuni in quanto progettati specificamente per facilitare la rimozione del pane una volta cotto, grazie alla loro superficie ruvida. La ricerca ha coinvolto anche istituzioni come l’Istituto Milà i Fontanals (IMF-CSIC), l’Università di Lione (Francia) e le Università di Istanbul e Koç (Turchia).
I ricercatori hanno eseguito un’analisi dettagliata dei frammenti ceramici di questi vassoi, utilizzando diverse tecniche analitiche per identificare la natura degli alimenti lavorati in essi. I risultati hanno confermato che questi vassoi venivano impiegati principalmente per la cottura di impasti a base di cereali, come il grano (Triticum sp.) e l’orzo (Hordeum sp.), ridotti in farina. Le analisi dei fitoliti (residui vegetali di silice) hanno confermato la presenza di cereali, mentre gli studi sui residui organici hanno rivelato tracce di grasso animale e, in un caso, condimenti vegetali, suggerendo che i vassoi venivano usati anche per preparare focacce arricchite con ingredienti di origine animale o vegetale.
Inoltre, lo studio ha esaminato l’usura della superficie ceramica dei vassoi, che ha mostrato segni specifici legati alla cottura di pane e focacce. Le analisi di temperatura hanno rivelato che questi vassoi erano usati in forni a cupola, dove gli impasti venivano cotti per circa due ore a una temperatura iniziale di 420°C. L’analisi della degradazione dei residui ha suggerito che in almeno due casi i vassoi avevano raggiunto temperature compatibili con quelle verificate sperimentalmente per la cottura del pane in forni simili a quelli ricostruiti durante le esperimentazioni.
Secondo Sergio Taranto, autore principale dello studio, questa ricerca offre uno spunto significativo sulla vita quotidiana delle comunità preistoriche del Neolitico tardo, mostrando come queste popolazioni utilizzassero i cereali da loro coltivati per preparare pani e focacce, che erano consumati in gruppi. Lo studio suggerisce che l’uso di vassoi di sgusciatura come strumenti specializzati per la cottura di impasti fosse una tradizione culinaria sviluppatasi e praticata per un lungo periodo, circa sei secoli, nell’area del Vicino Oriente.
I ricercatori, membri del gruppo di archeologia preistorica del Vicino Oriente (SAPPO) dell’Università Autonoma di Barcellona (UAB), hanno sottolineato che questa tradizione culinaria è un esempio di come le tecnologie alimentari e le pratiche sociali siano evolute nel tempo, con l’emergere di una cultura alimentare che riflette non solo la disponibilità di materie prime ma anche le dinamiche sociali e comunitarie del periodo. Lo studio fornisce quindi un quadro dettagliato e innovativo sugli usi alimentari e le pratiche culinarie nel Neolitico tardo, mostrando la connessione tra innovazioni tecnologiche e la vita quotidiana delle antiche popolazioni del Vicino Oriente.