I minuscoli frammenti di microplastiche si stanno accumulando nel nostro corpo in quantità preoccupanti, principalmente attraverso il cibo e le bevande. Recentemente, però, gli scienziati hanno scoperto un metodo semplice ed efficace per rimuoverli dall’acqua.
Un team della Guangzhou Medical University e della Jinan University in Cina ha testato un sistema su acque dolci e dure del rubinetto, più ricche di minerali. Nel loro articolo pubblicato a febbraio, i ricercatori scrivono: “Le nano/microplastiche (NMP) presenti nell’acqua del rubinetto che fuoriescono dai sistemi centralizzati di trattamento delle acque sono motivo di crescente preoccupazione a livello mondiale, perché rappresentano un potenziale rischio per la salute umana attraverso il consumo di acqua.”
Hanno quindi aggiunto nanoplastiche e microplastiche all’acqua prima di farla bollire e filtrare eventuali precipitati. In alcuni casi, fino al 90% degli NMP è stato eliminato tramite ebollizione e filtrazione, sebbene l’efficacia vari dipendesse dal tipo di acqua.
La grande scoperta è che la maggior parte delle persone può applicare questa strategia direttamente a casa, utilizzando semplicemente un pentolino e un filtro. “Questa semplice strategia dell’acqua bollente può ‘decontaminare’ gli NMP dall’acqua del rubinetto di casa e ha il potenziale per ridurre in modo innocuo l’assunzione di NMP attraverso il consumo di acqua“, scrive il team.
La concentrazione maggiore di NMP è stata eliminata dai campioni di acqua dura, dove il riscaldamento forma naturalmente accumuli di calcare. Questa sostanza, spesso presente nei bollitori, si forma sulla superficie della plastica quando le variazioni di temperatura forzano il carbonato di calcio a uscire dalla soluzione, intrappolando i frammenti di plastica in una crosta.
Anche in acqua dolce, dove c’è meno carbonato di calcio, circa un quarto degli NMP è stato catturato.
I ricercatori sostengono che i residui di plastica incrostati di calcare possono essere rimossi attraverso un semplice filtro, simile a quelli utilizzati per il tè. Studi precedenti avevano già rilevato la presenza di frammenti di vari tipi di plastica nell’acqua potabile del rubinetto, che consumiamo quotidianamente.
Per testare ulteriormente questa strategia, i ricercatori hanno aggiunto più particelle nanoplastiche, riducendone effettivamente il numero. “Bere acqua bollita sembra essere una strategia valida a lungo termine per ridurre l’esposizione globale agli NMP“, scrivono i ricercatori. “Tuttavia, bere acqua bollita è spesso considerata una tradizione locale e si pratica solo in alcune regioni.”
Il team spera che questa pratica diventi sempre più diffusa, poiché la plastica continua a invadere il mondo. Anche se non è ancora chiaro quanto la plastica sia dannosa per il nostro organismo, sappiamo già che non è un elemento salutare. La plastica può alterare il microbioma intestinale e aumentare la resistenza agli antibiotici. Il team spera che ulteriori ricerche mostrino come l’acqua bollita possa tenere i materiali artificiali fuori dai nostri corpi e contrastare gli effetti dannosi delle microplastiche.
“I nostri risultati hanno convalidato una strategia altamente fattibile per ridurre l’esposizione umana agli NMP e gettato le basi per ulteriori ricerche con un numero molto più ampio di campioni”, concludono gli autori.
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