Le cinque lune principali di Urano, a lungo considerate mondi sterili e inattivi, potrebbero invece nascondere oceani sotto la superficie e offrire condizioni per la vita. È quanto emerge da una nuova analisi dei dati raccolti dalla sonda Voyager 2 della NASA, che ha sorvolato il sistema di Urano nel 1986.
Un passato ”frainteso”
Urano, il gigante ghiacciato dal peculiare orientamento inclinato, è stato osservato per la prima volta da vicino grazie alla missione Voyager 2. Tuttavia, i dati iniziali dipinsero un quadro di mondi silenziosi: un campo magnetico distorto e nessuna traccia di attività geologica o gas, elementi che avrebbero potuto indicare la presenza di oceani sotterranei.
Oggi, una nuova ricerca rivela che il passaggio della Voyager 2 coincise con una potente tempesta solare, che alterò temporaneamente il campo magnetico del pianeta e mascherò eventuali segnali. “Per decenni abbiamo avuto una visione errata del sistema di Urano“, afferma il dottor William Dunn dell’University College di Londra.
Oceani e vita: una possibilità sorprendente
Secondo i nuovi studi, il sistema di Urano potrebbe essere molto più dinamico di quanto si pensasse. I dati suggeriscono che le sue lune potrebbero ospitare oceani nascosti sotto la superficie ghiacciata, condizioni simili a quelle di Encelado, una luna di Saturno. “Questi mondi potrebbero avere le condizioni necessarie per la vita, con oceani ricchi e attivi“, ha dichiarato Dunn.
Miranda, una delle lune più piccole ma ricca di caratteristiche geologiche uniche, potrebbe essere un candidato ideale per ulteriori indagini.
Verso una nuova missione
La scoperta ha entusiasmato gli scienziati, tra cui Linda Spilker, veterana del programma Voyager: “È straordinario vedere come dati raccolti 40 anni fa possano ancora rivelare nuove scoperte. Questo dimostra quanto sia importante riesaminare il passato per progettare le future missioni”.
La NASA sta già lavorando a una nuova spedizione: l’Uranus Orbiter and Probe, prevista per il lancio nel prossimo decennio, dovrebbe raggiungere il sistema di Urano entro il 2045. Questa missione sarà progettata per esplorare a fondo il campo magnetico, i gas e, soprattutto, le potenziali tracce di oceani e vita sulle lune del gigante ghiacciato.
Nuove frontiere dell’esplorazione
Questa riscoperta del sistema di Urano apre scenari entusiasmanti per l’esplorazione spaziale. Oltre a cercare risposte sull’origine di questi oceani e sulla loro composizione, la missione potrà offrire indizi sulle possibilità di vita anche nei luoghi più remoti e ostili del sistema solare.
Urano e le sue lune, un tempo ignorati, sono ora tra i protagonisti più intriganti della scienza planetaria.