Nuove ricerche hanno portato alla luce l’identificazione di un nuovo composto derivante dal deterioramento dei disinfettanti inorganici a base di cloramina nell’acqua potabile. Un team di ricercatori provenienti dagli Stati Uniti e dalla Svizzera ha annunciato di aver individuato un composto precedentemente sconosciuto nell’acqua potabile trattata con cloramina. Le cloramine inorganiche sono ampiamente impiegate per la disinfezione dell’acqua potabile al fine di proteggere la salute pubblica da malattie come il colera e la febbre tifoide. Si stima che più di 113 milioni di persone solo negli Stati Uniti consumino acqua trattata con cloramina.
I ricercatori hanno identificato l’anione cloronitramidico, espressa chimicamente come Cl N NO2, come prodotto finale della decomposizione delle cloramine inorganiche. Nonostante la sua tossicità attualmente sconosciuta, la sua diffusione e somiglianza ad altri composti tossici sollevano preoccupazioni e richiedono ulteriori studi per valutarne il potenziale rischio per la salute pubblica.
Julian Fairey, professore associato di ingegneria civile all’Università dell’Arkansas e primo co-autore dell’articolo pubblicato su Science, ha condotto ricerche per identificare l’anione cloronitramidico per oltre un decennio. Fairey ha sottolineato la complessità della ricerca, definendo il composto come “molto stabile con un basso peso molecolare” e ha evidenziato le sfide incontrate nel processo di identificazione e sintesi del composto in laboratorio.
Le implicazioni per la salute pubblica e i futuri studi sono al centro dell’attenzione di Fairey, il quale ha dichiarato che l’identificazione dell’anione cloronitramidico rappresenta un passo significativo nel comprendere le sostanze chimiche responsabili della tossicità cronica dell’acqua potabile trattata. Questo nuovo composto potrebbe essere oggetto di studi di tossicità futuri condotti da accademici e agenzie regolatorie, come l’Agenzia per la Protezione Ambientale degli Stati Uniti.
Il lavoro di ricerca è stato pubblicato su Science e ha coinvolto diversi autori, tra cui Huong Pham, Thien Do, Samuel Hodges, Kristopher McNeill e David Wahman. Pham, Do e Hodges sono ex studenti di dottorato dell’Università dell’Arkansas che hanno contribuito alla ricerca nel laboratorio di Fairey. McNeill ha ospitato Fairey presso l’ETH Zurigo come professore visitatore durante il suo anno sabbatico nel 2022, collaborando con Laszakovits su questo studio. Wahman, ingegnere ambientale di ricerca presso l’Agenzia per la Protezione Ambientale degli Stati Uniti, è un collaboratore di lunga data del gruppo di laboratorio di Fairey.
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