Nel corso degli anni, gli studiosi e i ricercatori hanno cercato di comprendere meglio i comportamenti, i modelli di pensiero e il linguaggio delle persone, cercando di distinguere tra i vari gradi di intelligenza. Una delle curiosità emerse riguarda il linguaggio che usano le persone considerate “stupide” o meno informate. Ma cosa dice la scienza in merito? E quali sono le parole che tendono a usare le persone con una minore capacità cognitiva?
- Linguaggio semplificato e ripetitivo
Uno degli aspetti più evidenti è che le persone con un’intelligenza inferiore tendono a usare un linguaggio più semplice e ripetitivo. Studi psicologici e linguistici suggeriscono che chi ha difficoltà cognitive potrebbe preferire frasi corte e meno complesse. Queste persone potrebbero ripetere parole o concetti in modo meccanico, senza variarne il significato, per comunicare con maggiore facilità.
- Parole di contenuto emotivo o volgare
Un altro aspetto osservato dalla scienza è la tendenza a usare parole cariche emotivamente o addirittura volgari. Secondo uno studio condotto nel 2016 dal Journal of Personality and Social Psychology, l’uso di parole forti o giustificative come “non posso” o “è impossibile” può essere un indicatore di una visione più limitata del mondo, tipica di chi ha difficoltà ad analizzare situazioni complesse. Queste persone tendono a evitare argomentazioni logiche e a ricorrere a una comunicazione più istintiva. - Mancanza di pensiero critico e concetti vaghi
Un altro tratto distintivo di chi ha una bassa capacità cognitiva è l’uso di concetti vaghi o generali, che non sono facilmente verificabili o spiegabili. Esprimere giudizi come “è così perché è così” o “tutti lo dicono” è un segno di un pensiero non critico. Le persone che non sono in grado di analizzare a fondo una situazione tendono ad accontentarsi di argomentazioni superficiali, spesso prive di prove concrete.
L’uso di espressioni come “è ovvio”, “è chiaro” o “non c’è niente da discutere” può indicare una scarsa attitudine all’analisi profonda, poiché la persona non sente il bisogno di esplorare ulteriormente l’argomento.
- Uso di affermazioni autoritarie
Chi ha un’intelligenza inferiore, secondo alcuni studi, può essere più incline a utilizzare affermazioni assolute, come “è vero, punto” o “non c’è discussione”. Questo atteggiamento autoritario può essere una difesa psicologica contro la confusione o l’incertezza, poiché le persone meno preparate si sentono più sicure quando emettono giudizi unilaterali. - Rifiuto del dubbio e dell’incertezza
Un altro aspetto psicologico che influisce sul linguaggio delle persone con una minore capacità cognitiva è il rifiuto del dubbio e della complessità. L’uso di frasi come “non credo che sia importante” o “non voglio pensarci” spesso evidenzia la difficoltà nel gestire incertezze. Le persone con bassa intelligenza emotiva e cognitiva tendono a evitare di confrontarsi con concetti ambigui o complessi, preferendo restare su posizioni più rigide. - Evidente mancanza di argomentazione logica
Un altro segno distintivo dell’uso di un linguaggio da parte di chi ha una bassa capacità cognitiva è l’assenza di argomentazioni logiche. Spesso, le conversazioni non sono accompagnate da motivazioni o giustificazioni coerenti. Al contrario, le affermazioni sembrano fluire senza connessioni logiche chiare. Ad esempio, dichiarazioni come “La mia opinione è questa e basta” sono indicative di una comunicazione che non è supportata da un ragionamento razionale e strutturato.
La scienza ci dice che le persone con una minore capacità cognitiva tendono a utilizzare un linguaggio più semplice, emotivamente carico, privo di argomentazioni logiche solide, e spesso ricorrono a dichiarazioni autoritarie e generali. Tuttavia, è importante sottolineare che l’intelligenza non è un concetto statico. Le persone possono migliorare la loro capacità di pensare in modo critico e articolato, soprattutto se sono esposte a stimoli e ambienti che favoriscono la crescita intellettuale. E, come sempre, la comunicazione dovrebbe essere un mezzo per costruire ponti, non per creare divisioni. In definitiva, il linguaggio che usiamo riflette la nostra capacità di pensare e comprendere il mondo, ma è anche uno strumento che possiamo migliorare, sviluppando le nostre capacità cognitive e linguistiche nel tempo.