Un team di fisici ha trasformato un computer quantistico in un cristallo temporale

I cristalli temporali e l’informatica quantistica: una scoperta rivoluzionaria che promette di superare i limiti della tecnologia moderna, aprendo nuove strade nel calcolo e nella fisica.

Nel cuore della fisica moderna, una scoperta affascinante ha spalancato le porte a nuovi orizzonti: i cristalli temporali, un enigmatico stato della materia, sono stati per la prima volta creati all’interno di un processore quantistico. Questo risultato straordinario, ottenuto da un team di fisici cinesi e americani, potrebbe rappresentare una pietra miliare nella lotta contro gli errori nell’informatica quantistica, avvicinando questa tecnologia alla sua promessa rivoluzionaria.

Un futuro scritto nel tempo

I cristalli temporali non sono semplici oggetti: sono sistemi complessi in cui le particelle si organizzano in schemi ciclici che si ripetono non solo nello spazio, come avviene nei cristalli tradizionali, ma anche nel tempo. Immaginate un pendolo che oscilla costantemente, senza bisogno di alcuna spinta esterna: un comportamento che sembra sfidare le leggi della fisica convenzionale. Proposto dal fisico premio Nobel Frank Wilczek nel 2012, il concetto ha inizialmente incontrato scetticismo, ma negli anni successivi i cristalli temporali sono stati osservati sperimentalmente in vari sistemi.

Ciò che rende questi cristalli particolarmente rilevanti per l’informatica quantistica è la loro capacità di resistere alle interferenze. Questo li rende ideali per mitigare i problemi legati all’instabilità e agli errori che affliggono i sistemi quantistici odierni.

La magia dell’entanglement quantistico

Nel cuore dell’informatica quantistica si trovano i qubit, unità di calcolo che, a differenza dei bit tradizionali, non si limitano a rappresentare 0 o 1, ma possono esistere in una sovrapposizione di stati. Questo conferisce ai computer quantistici la capacità di affrontare calcoli estremamente complessi con una velocità senza precedenti. Tuttavia, i qubit sono notoriamente fragili e possono essere facilmente influenzati da disturbi esterni.

È qui che entrano in gioco i cristalli temporali, in particolare quelli di tipo topologico. Questi sistemi si distinguono per la loro capacità di distribuire le oscillazioni in modo uniforme attraverso un’intera rete di qubit intrecciati. Questo approccio, basato sull’entanglement quantistico, rende i cristalli temporali meno suscettibili agli errori locali, garantendo una maggiore stabilità al sistema.

Una nuova era per l’informatica

Il recente esperimento ha dimostrato che un processore quantistico superconduttore può essere programmato per esibire il comportamento di un cristallo temporale topologico. Il sistema è riuscito a mantenere le sue proprietà nonostante l’introduzione di disturbi simulati, mostrando un livello di robustezza senza precedenti. Questo risultato apre la strada a futuri sviluppi non solo nel calcolo quantistico, ma anche nella comprensione dei sistemi fuori equilibrio, un ambito ancora poco esplorato della fisica.

Il ticchettio del futuro

Il potenziale dei cristalli temporali va oltre l’informatica. La loro esistenza dimostra che il mondo quantistico è ancora pieno di misteri pronti per essere scoperti. La loro capacità di mantenere un’oscillazione armoniosa anche in condizioni avverse rappresenta un simbolo di resilienza e innovazione.

Mentre i fisici continuano a esplorare le possibilità offerte da questa straordinaria materia, una cosa è certa: il futuro della tecnologia potrebbe essere scritto nel misterioso e affascinante linguaggio del tempo.

Fonte: https://www.nature.com/articles/s41467-024-53077-9