I ricercatori hanno fatto una scoperta sorprendente riguardo ai dati storici sulle temperature dell’oceano. È emerso che le temperature dell’oceano nei primi del XX secolo erano notevolmente più basse rispetto alle misurazioni terrestri, contrariamente a quanto si pensasse in precedenza. Questa nuova informazione fornisce importanti approfondimenti sulla variabilità climatica passata e sul cambiamento climatico futuro.
Il dottor Sebastian Sippel, professore junior presso l’Università di Lipsia, ha sottolineato che questa scoperta non cambia la nostra comprensione del riscaldamento globale rispetto al periodo 1850-1900 o del ruolo dell’attività umana nel suo impatto. Le temperature terrestri e oceaniche del XIX secolo (1850-1900), prima dell’inizio del periodo freddo, offrono una visione affidabile e coerente dei cambiamenti di temperatura fino ad oggi. Tuttavia, correggere le inesattezze nei dati del periodo freddo potrebbe aumentare la fiducia nelle tendenze di riscaldamento osservate, migliorando così la nostra comprensione della variabilità climatica storica e perfezionando i modelli climatici futuri.
Interpretare con precisione le tendenze delle temperature globali è cruciale per la ricerca climatica. Il dottor Sippel ha collaborato con scienziati internazionali per ricostruire le tendenze della temperatura media globale utilizzando misurazioni storiche terrestri e oceaniche, insieme a dati paleoclimatici. Durante questa ricostruzione, è emersa una discrepanza significativa: all’inizio del XX secolo, le temperature dell’oceano sembravano più fredde rispetto ai decenni precedenti, mentre le temperature dell’aria basate a terra rimanevano stabili. Questa discrepanza va contro sia le teorie fisiche consolidate che i modelli climatici esistenti.
Il nuovo studio, basato su molteplici fonti di dati, dimostra che le ricostruzioni della temperatura media globale dai dati oceanici per questo periodo sono state stimate troppo basse: in media di circa 0,26 gradi Celsius in meno rispetto alle ricostruzioni basate a terra. Questa discrepanza supera quanto sarebbe plausibile sotto la variabilità climatica naturale. I risultati più recenti non alterano il trend di riscaldamento a lungo termine dal 1850, ma contribuiscono a una migliore comprensione dei cambiamenti climatici storici e della variabilità climatica.
Il professor Sippel ha indicato che la causa dell’anomalia fredda dell’oceano potrebbe derivare da informazioni insufficientemente documentate sulle tecniche di misurazione utilizzate in quel periodo. Prima della Seconda Guerra Mondiale, le temperature dell’oceano venivano principalmente misurate con secchi su navi, ma il metodo di misurazione e la composizione delle flotte navali cambiavano di decennio in decennio, rendendo difficile correggere gli errori sistematici di misurazione.
Gli autori dello studio raccomandano una serie di approcci per il trattamento e l’analisi dei dati climatici. Sottolineano l’importanza di recuperare e digitalizzare costantemente i dati climatici storici e confrontarli con fonti indipendenti. Inoltre, suggeriscono di testare diverse ipotesi riguardanti gli aggiustamenti sistematici dei dati climatici precoci, poiché i dati osservativi sono fondamentali per la comprensione e la modellizzazione climatica.
Riferimento: “Early-twentieth-century cold bias in ocean surface temperature observations” di Sebastian Sippel, Elizabeth C. Kent, Nicolai Meinshausen, Duo Chan, Christopher Kadow, Raphael Neukom, Erich M. Fischer, Vincent Humphrey, Robert Rohde, Iris de Vries e Reto Knutti, 20 novembre 2024, Nature. DOI: 10.1038/s41586-024-08230-1