Tokyo: da quando ci sono le luci blu nelle stazioni, molte meno persone si tolgono la vita

Un mix di interventi tecnologici, sociali e culturali cerca di ridurre un dramma che affligge migliaia di persone ogni anno.

Credit: Janne Moren tramite Flickr

A Tokyo, una luce blu alla fine delle banchine ferroviarie ha un compito specifico: scoraggiare le persone dal togliersi la vita gettandosi sotto i treni. Queste luci LED, installate per la prima volta nel 2009 sulla linea Yamanote, rappresentano un simbolo della risposta unica della città al problema del suicidio. Sebbene il tasso sia in calo, rimane tra i più alti al mondo, con oltre 27.000 suicidi registrati in Giappone nel 2013.

Una crisi complessa e radicata

Il suicidio supera di gran lunga i disastri naturali e gli incidenti stradali come causa di morte a Tokyo. Le motivazioni spaziano dai problemi di salute fisica e mentale a fattori sociali e culturali. La città, stressante e alienante, mette a dura prova i suoi abitanti: spostamenti massacranti, isolamento sociale crescente e una scarsa consapevolezza sulla salute mentale creano un terreno fertile per il disagio psicologico. A complicare il quadro, una visione storica del suicidio come atto onorevole o persino romantico persiste in alcuni settori della società.

Interventi e progressi

Dal 2001, il governo giapponese ha intrapreso una strategia nazionale per ridurre il tasso di suicidi, con l’obiettivo di abbassarlo del 20% rispetto ai livelli del 2005. Le misure includono leggi specifiche, indagini sulle cause profonde e investimenti significativi in programmi di prevenzione. Tuttavia, i progressi sono lenti, e i risultati, benché positivi, non sono ancora sufficienti.

Le luci blu sulle banchine hanno dimostrato una sorprendente efficacia: uno studio del 2013 ha rilevato una riduzione dell’84% dei suicidi nelle stazioni dove sono state installate. Anche se il motivo esatto resta incerto, si ipotizza che il colore abbia un effetto calmante sull’umore. Accanto a questi interventi visibili, la polizia monitora attivamente forum online per individuare persone a rischio, e hotline come “Inochi no Denwa” offrono supporto, seppur con risorse limitate.

Una sfida ancora aperta

Nonostante gli sforzi, Tokyo lotta contro una mancanza di empatia strutturale e culturale verso chi soffre. Il cammino verso un cambiamento significativo è lungo, ma ogni passo avanti può fare la differenza. Per molti, purtroppo, i miglioramenti arrivano troppo tardi. Tuttavia, il calo dei suicidi segna una speranza: un segnale che, con il giusto impegno, è possibile costruire una società più inclusiva e solidale.

Fonte:

https://nextcity.org/urbanist-news/how-blue-lights-on-train-platforms-combat-tokyos-suicide-epidemic