Un recente studio condotto da deCODE genetics, una sussidiaria di Amgen, ha evidenziato l’importante ruolo dell’Indice di Massa Corporea (BMI) nello sviluppo di malattie correlate all’obesità. I ricercatori hanno pubblicato i risultati della loro ricerca su Nature Communications, mettendo in luce come abbassare il BMI possa contribuire a ridurre il rischio di varie patologie.
L’analisi, basata su dati genetici provenienti dall’Islanda e dal Biobanco del Regno Unito, ha esaminato il legame tra varianti genetiche associate al BMI e il rischio di malattie comorbide. I risultati hanno mostrato che, per alcune condizioni come la malattia del fegato grasso, l’intolleranza al glucosio e la sostituzione del ginocchio, il rischio legato alle varianti genetiche scompare quando si considera il BMI.
Per altre patologie, come il diabete di tipo 2, l’insufficienza cardiaca e l’ictus, gli effetti erano in parte ridotti ma non completamente spiegati dal BMI. È emerso che vi sono pattern simili tra uomini e donne, sebbene siano presenti alcune differenze, soprattutto per l’infarto miocardico, suggerendo un possibile ruolo del sesso nel modo in cui il BMI influisce sul rischio di malattia.
I ricercatori hanno inoltre evidenziato che altri fattori, come le variazioni del BMI nel tempo o altri elementi strettamente correlati al BMI, potrebbero spiegare parte dei rischi residui. Questo studio sottolinea l’importanza del BMI nella patogenesi delle malattie più comuni nelle persone obese, suggerendo che la riduzione del BMI potrebbe effettivamente abbassare il rischio di tali patologie.
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