Il mistero del Lineare A: la lingua perduta della Civiltà Minoica

Scoperte e sfide nella decifrazione di un antico enigma

La Civiltà Minoica di Creta, spesso definita la prima società alfabetizzata d’Europa, ha lasciato dietro di sé un enigma irrisolto che continua a stupire gli studiosi moderni. Emergendo sull’isola greca di Creta tra il 3100 e l’1100 a.C. durante l’Età del Bronzo, la cultura minoica si diffuse e acquisì influenza in varie parti del Mediterraneo orientale prima di crollare completamente durante il collasso della tarda Età del Bronzo.

Considerata a volte la prima vera civiltà europea, la società minoica era un crogiuolo di creatività e ingegno umano. La cultura minoica è il contesto di molte antiche leggende greche, tra cui il Labirinto e il Minotauro, indicando un chiaro influsso sulla mitologia e la cultura greca. Pioniera di grandi architetture, la più famosa delle quali è il Palazzo di Cnosso, la civiltà minoica produsse anche opere d’arte e oggetti ornamentali di straordinaria bellezza.

Gli archeologi hanno scoperto un sistema di scrittura composto da circa 75 simboli, ognuno rappresentante una sillaba o un concetto specifico, noto come ideogramma. Questo sistema di scrittura, chiamato Lineare A per via delle sue linee e tratti lineari, è stato utilizzato in almeno due contesti: le scritture sublimi della religione e la contabilità dei beni scambiati.

Il Lineare A condivide alcune somiglianze con il Lineare B, un altro sistema di scrittura parzialmente decifrato utilizzato dai Micenei nella Grecia continentale circa un secolo dopo. Mentre il Lineare B sembra mostrare una prima incarnazione del greco, il Lineare A è considerato avere scarso legame con la lingua greca antica che si sviluppò successivamente sulla terraferma.

Isrizione in Lineare A su una tavoletta di argilla da Creta, probabilmente del XV secolo a.C.
Isrizione in Lineare A su una tavoletta di argilla da Creta, probabilmente del XV secolo a.C.
Zde/Wikimedia Commons (CC BY-SA 4.0)

Il Lineare A si trova su alcune centinaia di brevi iscrizioni, la maggior parte delle quali sono incomplete, incise su sigilli e tavolette di argilla. Questo campione relativamente piccolo rende difficile decifrare l’intero sistema di scrittura, specialmente considerando la struttura linguistica e le caratteristiche che rimangono al di là della nostra comprensione attuale.

Nonostante il mistero che avvolge il Lineare A, recenti ricerche hanno evidenziato che potrebbe non essere così diverso dal Lineare B come si pensava in precedenza. La dottoressa Ester Salgarella del St John’s College dell’Università di Cambridge ha costruito un ampio database che ha mostrato quanti segni nel Lineare A sono stati trasferiti al Lineare B, suggerendo che i due alfabeti potrebbero essere due facce della stessa medaglia.

Non esiste una Pietra di Rosetta per decifrare il codice del Lineare A, e ulteriori analisi linguistiche sono necessarie. Tuttavia, l’analisi strutturale condotta dalla dottoressa Salgarella rappresenta un passo fondamentale per avanzare nella comprensione di questa lingua perduta da tempo.

Anche se siamo ancora lontani dall’essere in grado di comprendere appieno il Lineare A, si stanno compiendo progressi e emergono continuamente nuovi sviluppi. L’intelligenza artificiale potrebbe rappresentare una speranza, in grado di individuare nuovi schemi che gli esseri umani potrebbero aver trascurato. Tecniche di apprendimento automatico basate sull’IA sono state utilizzate con successo per ottenere maggiori approfondimenti sul Lineare B, anche se il Lineare A rimane ancora in gran parte un enigma.

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