Un’importante scoperta è emersa da un’analisi del terreno in un antico sito nel Regno Unito legato al Re Artù. La costruzione, sepolta per migliaia di anni, non è probabilmente medievale come si pensava inizialmente. La nuova stima suggerisce che la Sala di Re Artù, situata in Cornovaglia, Inghilterra, risalga a ben 5.500 anni fa. Questo la rende cinque volte più antica di quanto si pensasse in precedenza, quando la si datava intorno al 1000 d.C. Questo sposta la data della struttura all’era Neolitica, suggerendo la possibilità di un cambio di nome per il sito. Sebbene pochi esperti credano che Re Artù sia stato una figura storica reale, le sue leggendarie gesta sono comunemente associate a un periodo più vicino all’età oscura e medievale che all’era preistorica.
La chiave per questa nuova datazione è stata una tecnica chiamata luminescenza stimolata otticamente (OSL), che misura l’effetto della radiazione di fondo sugli elettroni nei minerali sepolti. Questa analisi rivela da quanto tempo è passato dall’ultima esposizione alla luce solare. “È estremamente emozionante aver finalmente potuto datare la costruzione di questo enigmatico monumento, precedentemente avvolto da miti e leggende”, afferma l’archeologo Tim Kinnaird dell’Università di St Andrews nel Regno Unito.
Il sito, che misura 47 metri per 20 metri, è situato sul Bodmin Moor e circondato da blocchi di pietra chiamati ortostati, alti fino a 1,8 metri, sebbene molti di essi siano crollati. In passato ipotizzato come un accampamento o un recinto per il bestiame, la nuova datazione della Sala di Re Artù potrebbe richiedere una rivalutazione del suo scopo originale. “Dobbiamo ora considerare il monumento nel contesto del paesaggio preistorico del Bodmin Moor e delle altre strutture presenti sul moor che potrebbero aver avuto un significato all’epoca”, afferma Kinnaird. Questo suggerisce un ricco paesaggio neolitico, indicando una comunità attiva sul moor che richiede ulteriori indagini.
Come riportato dalla BBC, i ricercatori ritengono che ci siano ancora molte scoperte da fare sul sito, pertanto i visitatori sono invitati a prestare attenzione per non danneggiare la struttura. Attualmente, il sito è elencato tra i siti storici a rischio in Inghilterra a causa dei potenziali danni causati dalla crescita della vegetazione, dal bestiame e dalle persone. La peculiarità della Sala di Re Artù rende difficile comprendere il suo scopo e chi l’abbia effettivamente utilizzata. “È un luogo unico, senza confronti diretti con altri simili insiemi di terra e pietra”, afferma l’archeologo capo James Gossip dell’Unità Archeologica della Cornovaglia al The Guardian. “Non esiste nulla di simile costruito in quel periodo o successivamente nella preistoria, con una struttura a banca rettangolare di terra e pietra circondata da ortostati di pietra all’interno. Non esiste alcun parallelo.”
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