Il ruolo dell’ormone intestinale nelle mosche e le implicazioni per la salute umana

Scoperta chiave: l'ormone neuropeptidico intestinale influisce sull'invecchiamento e sulla longevità

La recente scoperta di un percorso di regolazione intestino-cervello nelle mosche ha aperto nuove prospettive per lo sviluppo di trattamenti innovativi contro l’obesità e il diabete nell’uomo. I ricercatori dell’Università di Brown hanno individuato un ormone neuropeptidico prodotto nell’intestino delle mosche che sembra influenzare la loro durata della vita. Questo studio, pubblicato su PNAS, potrebbe avere importanti implicazioni anche per gli esseri umani, specialmente considerando l’attuale diffusione di nuovi farmaci per il diabete e l’obesità basati sugli ormoni intestinali.

Negli ultimi vent’anni, il professor Marc Tatar, esperto di biologia e affiliato al Centro per la Biologia dell’Invecchiamento dell’Università di Brown, ha condotto ricerche approfondite sull’invecchiamento delle mosche, concentrandosi sull’azione degli ormoni insulina e fattori di crescita simili all’insulina (IGF). Riducendo i livelli di insulina e di segnale IGF, è stato dimostrato che si può rallentare l’invecchiamento e prolungare la vita delle mosche.

Lo studio dell’invecchiamento condotto da Tatar si basa su un approccio interdisciplinare che integra ecologia e biologia evolutiva, caratteristico del Centro per la Biologia dell’Invecchiamento. In particolare, i ricercatori hanno analizzato l’ormone regolatore dell’insulina nelle mosche, noto come neuropeptide F (NPF), prodotto nell’intestino e rilasciato in risposta alla dieta.

Attraverso strumenti genetici, è stato possibile ridurre la produzione di NPF nell’intestino delle mosche, influenzando così la secrezione di insulina. I ricercatori hanno mappato il percorso di produzione del NPF, che va dall’intestino al cervello e a un tessuto simile all’ipofisi, evidenziando il ruolo cruciale della dieta in questo processo.

La soppressione del NPF intestinale ha dimostrato di prolungare la longevità delle mosche, così come l’inibizione dei recettori NPF nel cervello, che controllano un altro ormone chiamato ormone giovanile. Questo ha portato i ricercatori a concludere che il NPF intestinale svolge un ruolo chiave nella regolazione dell’invecchiamento delle mosche, integrando il rilevamento dei nutrienti, il segnale insulinico e la produzione di ormone giovanile.

Intestino di una mosca della frutta
Immagini scattate con un microscopio confocale dell’intestino della drosophila (mosca della frutta) mostrano cellule enteroendocrine che esprimono il neuropeptide NPF.
Cortesia di Marc Tatar

Secondo Tatar, le mosche, nonostante le loro dimensioni ridotte, condividono molti geni con gli esseri umani, e presentano ormoni analoghi coinvolti in processi simili. Anche se gli esseri umani non producono NPF o ormone giovanile, la produzione di insulina e di ormoni intestinali come il polipeptide pancreatico Y (PPY) e il peptide simile al glucagone-1 (GLP-1) svolgono ruoli cruciali nella regolazione metabolica.

La ricerca ha evidenziato un crescente interesse per gli agonisti del GLP-1, utilizzati per trattare il diabete e l’obesità, poiché stimolano la secrezione di insulina. Considerando i risultati ottenuti sul legame tra insulina e invecchiamento nelle mosche, si ipotizza che tali farmaci potrebbero influenzare anche il processo di invecchiamento umano.

Il team di ricerca di Tatar sta attualmente conducendo ulteriori esperimenti per comprendere meglio gli effetti dell’aumento della secrezione di NPF e di insulina nelle mosche, con l’obiettivo di estendere in futuro gli studi anche ai topi per valutare l’impatto degli agonisti del GLP-1 sull’invecchiamento.

La ricerca, finanziata dai National Institutes of Health e dalla Czech Science Foundation, ha fornito importanti spunti per approfondire la comprensione dei meccanismi che regolano l’invecchiamento, aprendo nuove prospettive per lo sviluppo di terapie innovative contro patologie metaboliche come obesità e diabete.

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