Le emissioni di CO2 del Lago di Ginevra derivano principalmente dall’erosione delle rocce anziché dalla materia organica, ridefinendo così la nostra comprensione dei cicli del carbonio nei laghi. A differenza degli oceani, i laghi rilasciano considerevoli quantità di CO2 nell’atmosfera, ma cosa causa questa differenza e quali meccanismi la guidano?
Per la prima volta, gli scienziati dell’UNIL hanno mappato l’intero ciclo del carbonio nel Lago di Ginevra, sviluppando un modello che ora può essere applicato a molti dei più grandi laghi del mondo. Contrariamente alle credenze precedenti, è l’erosione naturale delle rocce responsabile delle significative emissioni di CO2 dal Lago di Ginevra e da molti dei più grandi laghi del mondo, fornendo così il pezzo mancante per comprendere il ciclo del carbonio nei laghi.
La piattaforma lacustre LéXPLORE in Svizzera ha giocato un ruolo fondamentale in questa scoperta di rilevanza internazionale. Come la maggior parte dei laghi del mondo, il Lago di Ginevra è un emettitore di gas serra, in particolare di anidride carbonica (CO2), producendo annualmente tanta CO2 quanto il trasporto automobilistico della città di Losanna (150.000 abitanti).
Questo fenomeno è noto da anni, ma c’è un ampio dibattito sui meccanismi in gioco. Le teorie scientifiche tradizionali suggeriscono che le emissioni di CO2 dei laghi sono principalmente dovute all’apporto di materia organica dai suoli circostanti. Tuttavia, questa teoria non si applica al Lago di Ginevra, che riceve pochissima materia organica dalle sue rive.
Un team di scienziati dell’UNIL ha decifrato i meccanismi coinvolti, rivelando che la maggior parte delle emissioni proviene dall’erosione naturale delle rocce nel bacino a monte del lago. Quando l’acqua piovana colpisce le rocce, rilascia ioni bicarbonato e calcio che poi trovano la loro strada nel lago. In estate, sotto l’effetto del calore e della crescita delle alghe, gli ioni formano microparticelle di calcare, noto come precipitazione di calcite, rilasciando CO2 e conferendo al lago la sua tipica colorazione blu-verde lattea nella stagione calda.
Le alghe continuano ad assorbire CO2, ma questo non è sufficiente a compensare la massiccia produzione derivante dall’erosione delle rocce. Le emissioni aggiuntive sono quindi il risultato di un processo geologico, non solo biologico, come si pensava in precedenza. Questa scoperta è stata pubblicata in Science Advances.
“I nostri risultati non solo spiegano il ciclo del carbonio nel Lago di Ginevra, ma rivelano anche un processo universale che si applica a diversi dei più grandi laghi del mondo”, spiega Marie-Elodie Perga, professore di limnologia all’UNIL e co-autore dello studio.
Utilizzando un’infrastruttura scientifica unica al mondo, la piattaforma LéXPLORE, è stato possibile osservare, modellare e confrontare questi processi su una scala molto fine, fornendo il pezzo mancante alla modellazione tradizionale del ciclo del carbonio. Posizionato sul Lago di Ginevra, il laboratorio galleggiante ha permesso di monitorare vari parametri legati al ciclo del carbonio in modo continuo e ad alta frequenza.
LéXPLORE è una piattaforma di ricerca scientifica di 10 m x 10 m situata sul Lago di Ginevra in Svizzera, a quasi 600 m dalla riva, dotata di strumentazione ad alta tecnologia e utilizzata per condurre ricerche all’avanguardia e multidisciplinari sul lago e sulla sua atmosfera. Viene anche impiegata come strumento di formazione e insegnamento, e come strumento di divulgazione per il grande pubblico.
Riferimento: “Calcite precipitation: The forgotten piece of lakes’ carbon cycle” di Gaël Many, Nicolas Escoffier, Pascal Perolo, Fabian Bärenbold, Damien Bouffard e Marie-Elodie Perga, 30 ottobre 2024, Science Advances. DOI: 10.1126/sciadv.ado5924.