Nel 2017 fu un escursionista comasco di nome Tommaso Malinverno a fare una prima segnalazione alla Soprintendenza ed oggi è arrivato lo straordinario annuncio ufficiale: in Valtellina sono state scoperte le incisioni rupestri pià alte d’Europa. Petroglifi risalenti all’età del bronzo individuati sotto il Pizzo Tresero, nel Parco Nazionale dello Stelvio in Valfurva, annunciati dopo uno studio approfondito duranto anni. La prima segnalazione fatta alla Soprintendenza fece drizzare le orecchie agli esperti: si trattava infatti di alcuni segni incisi su una roccia che l’escursionista aveva notato a 3000 metri di altitudine ai piedi del ghiacciaio del Pizzo Tresereo.
Ebbene siamo di fronte ad incisioni rupestri databili senza ombra di dubbio alla Media età del Bronzo, tra 3.600 e 3.200 anni fa e che potrebbero fornire numerose informazioni in merito al rapporto tra i popoli antichi, l’ambiente, il ‘legame’ con il soprannaturale ed il bisogno di espressione. Tra le incisioni figurano infatti figure umane, con le braccia alzate al cielo, e poi una spirale, altre figure geometriche e raffigurazioni di animali.
La scoperta è una conferma del fatto che già nell’Età del Bronzo l’uomo popolasse ambienti a tale altitudine e questo assume un prezioso valore scientifico che susciterà l’interesse sia degli esperti e degli appassionati della materia che dei turisti che visiteranno i graffiti di persona. Si tratta, del resto, della chira testimonianza della presenza dell’uomo nelle terre di montagna. Un museo a cielo aperto poco sopra il Passo di Gavia ed in stretto legame con gli altri siti ruprestri della Valtellina e della Valle Camonica. L’annuncio della scoperta è stato fatto nelle scorse ore dal Governatore della Lombardia Attilio Fontana presente insieme all’assessore regionale a Enti locali e Montagna, Massimo Sertori e al direttore del Parco dello Stelvio, Franco Claretti. Con loro anche la prorettrice dell’Università di Bergamo, Elisabetta Bani, Sara Masseroli della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle province di Como, Lecco, Monza e Brianza, Pavia, Sondrio e Varese, da Stefano Rossi, archeologo della Soprintendenza e da Stefano Morosini, dell’Università di Bergamo e consulente del Parco nazionale dello Stelvio.