Un meteorite che è stato trovato misteriosamente in un cassetto della Purdue University nel 1931 potrebbe rivelare indizi fondamentali sulla storia acquosa di Marte. Il meteorite, noto come Lafayette, contiene minerali che suggeriscono che, circa 742 milioni di anni fa, Marte potrebbe aver ospitato acqua liquida sulla sua superficie. La scoperta, pubblicata il 6 novembre sulla rivista Geochemical Perspectives Letters, ha utilizzato metodi avanzati per determinare con maggiore precisione l’età dei minerali e fornire nuovi dettagli sull’evoluzione del pianeta rosso.
Il meteorite Lafayette è una piccola roccia nera lunga circa 5 cm, ed è stato trovato alla Purdue University senza alcuna spiegazione su come vi fosse arrivato. Solo decenni dopo, negli anni ’80, si scoprì che i gas intrappolati all’interno della roccia corrispondevano all’atmosfera marziana misurata dai lander Viking della NASA. Successive analisi hanno anche rivelato che i minerali presenti nel meteorite avevano interagito con l’acqua liquida durante la loro formazione, ma nessuno sapeva con certezza quando ciò fosse avvenuto.
Grazie a un nuovo studio condotto da Marissa Tremblay, professoressa presso il Dipartimento di Scienze della Terra, Atmosferiche e Planetarie della Purdue University, i ricercatori sono riusciti a determinare che questi minerali hanno meno di un miliardo di anni. Utilizzando variazioni nelle molecole di argon all’interno dei minerali, Tremblay e il suo team sono riusciti a datare con maggiore precisione l’interazione dei minerali con l’acqua, nonostante i numerosi fattori che avrebbero potuto alterare l’età del meteorite, come il riscaldamento subito durante il suo impatto su Marte o il viaggio attraverso lo spazio e l’atmosfera terrestre.
La nuova datazione suggerisce che l’acqua liquida su Marte non era abbondante sulla superficie del pianeta in quel periodo, ma piuttosto potrebbe provenire dallo scioglimento del ghiaccio sotterraneo, conosciuto come permafrost. Si ipotizza che questo processo di scioglimento sia stato innescato da attività magmatica che ancora oggi potrebbe avvenire su Marte, riscaldando il sottosuolo e liberando acqua. Questa scoperta fornisce una nuova prospettiva sulla storia geologica di Marte, indicando che l’acqua potrebbe essere stata presente in forma liquida in periodi relativamente recenti.
Inoltre, la ricerca ha aperto la strada a una nuova metodologia per studiare i meteoriti e i campioni provenienti da altri pianeti, lune e asteroidi. La tecnica utilizzata per datare i minerali nel meteorite Lafayette potrebbe essere applicata a meteoriti trovati sulla Terra, nonché ai campioni che potrebbero essere raccolti durante future missioni spaziali su Marte o altri corpi celesti. Questo metodo potrebbe essere cruciale per capire meglio quando e come l’acqua liquida potrebbe essere stata presente su altri corpi del sistema solare, con implicazioni importanti per la ricerca di vita extraterrestre.
Questa scoperta non solo aggiunge un tassello importante alla comprensione della storia marziana, ma evidenzia anche l’importanza di analizzare con attenzione campioni provenienti da meteoriti e corpi celesti. In un certo senso, il meteorite Lafayette, che è stato scoperto per caso e rimasto un mistero per decenni, potrebbe ora rivoluzionare la nostra conoscenza di Marte e della sua potenziale abitabilità nel passato.