La Luna è stata attiva dal punto di vista vulcanico per un lungo periodo di tempo. Tuttavia, solo recentemente, grazie ai campioni raccolti dalla sonda cinese Chang’e-6, si è potuto stabilire con precisione che questo periodo vulcanico è durato almeno 1,4 miliardi di anni. Questa sonda spaziale è stata l’unica a riportare materiale dal lato lontano della Luna, raccogliendo poco meno di due chilogrammi di campioni. Nonostante la quantità apparentemente modesta, questi campioni sono di inestimabile valore per la ricerca scientifica, offrendo nuove intuizioni sul misterioso lato nascosto del nostro satellite naturale.
Uno dei frammenti recuperati è stato datato a 4,2 miliardi di anni, rendendolo il campione di basalto più antico della Luna la cui età è stata misurata con precisione. Ma le sorprese non finiscono qui: altri 107 frammenti di basalto hanno un’età di circa 2,8 miliardi di anni, indicando un’eruzione locale che si è verificata proprio nel sito di atterraggio di Chang’e-6. Questo è un dato significativo, poiché non ci sono evidenze di questa eruzione nei campioni provenienti dal lato vicino della Luna, dove il lander aveva precedentemente individuato strutture magmatiche.
Il lato lontano della Luna si presenta notevolmente diverso rispetto al lato visibile dalla Terra. Mentre il lato vicino è caratterizzato dalle pianure scure di basalto, conosciute come mari, il lato nascosto è punteggiato da crateri. Le differenze non si limitano alla superficie visibile: lo spessore della crosta e la composizione chimica variano tra i due emisferi, ad esempio per quanto riguarda la concentrazione di elementi come il torio.
La dicotomia tra i due lati lunari rappresenta ancora un enigma per la scienza, ma i ricercatori sono convinti che la chiave per comprendere questa disparità risieda nell’analisi del vulcanismo sul lato lontano. Il professor Yi-Gang Xu, dell’Istituto di Geochemica di Guangzhou, ha sottolineato l’importanza dei campioni restituiti da Chang’e-6 per indagare su questa dicotomia globale lunare. Anche il professor Qiu-Li Li, dell’Istituto di Geologia e Geofisica dell’Accademia cinese delle scienze, ha ribadito l’importanza di svelare la storia vulcanica del lato lontano per comprendere appieno le differenze tra i due emisferi lunari.
La datazione dell’evento vulcanico avvenuto 2,8 miliardi di anni fa è stata possibile grazie al conteggio statistico dei crateri nella regione di atterraggio di Chang’e-6. Questo metodo, originariamente sviluppato per il lato visibile della Luna, ha dimostrato di funzionare anche sul lato nascosto, confermando la presenza di vulcanismo in un’epoca in cui è probabile che il satellite fosse già bloccato con un lato sempre rivolto verso la Terra.
Questi importanti risultati sono stati pubblicati su prestigiose riviste scientifiche come Science e Nature, gettando nuova luce sulla complessa storia geologica della Luna e aprendo nuove prospettive per la ricerca spaziale futura.
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