Il mistero della caduta felina

Lo studio della capacità dei gatti di atterrare sulle zampe e le sue implicazioni

Il gatto domestico è noto per la sua straordinaria agilità, in particolare per la sua abilità di atterrare sulle zampe in caso di caduta. Questa capacità, che non è solo metaforica ma anche letterale, è stata oggetto di studio fin dal 1894, quando lo scienziato francese Étienne-Jules Marey utilizzò la cronofotografia per catturare il processo di un gatto che si torce abilmente durante la caduta.

Successivamente, negli anni ’50, gli esseri umani scoprirono il volo parabolico, che permette di simulare condizioni di gravità zero. Questo metodo è stato utilizzato anche per studiare il comportamento dei gatti in assenza di peso. Il Laboratorio di Ricerca Medica Aerospaziale dell’US Air Force ha condotto esperimenti a bordo di aeromobili appositamente progettati per creare brevi momenti di assenza di peso, noti come voli parabolici.

Uno degli esperimenti coinvolse il rilascio di gatti durante il volo parabolico, dimostrando che anche in assenza di peso i felini mantengono la capacità di orientarsi e di girare il corpo per atterrare sulle zampe. Questi studi hanno contribuito a una migliore comprensione del movimento dei gatti in caduta libera.

Le ricerche condotte nel corso degli anni hanno avuto implicazioni anche per gli esseri umani. Nel 1969, i meccanici Thomas Kane e MP Scher dell’Università di Stanford hanno pubblicato un’analisi che descriveva il movimento di un gatto in caduta come due cilindri che si torcono per raddrizzarsi rapidamente durante la caduta. Questo studio ha aiutato a comprendere meglio il movimento e l’orientamento del corpo umano in caduta libera.

Oggi, gli astronauti vengono addestrati a imitare i movimenti dei gatti in caduta per potersi orientare meglio in assenza di peso nello spazio. Questo addestramento si basa su modelli matematici e sull’osservazione del comportamento dei felini durante la caduta.

Studi come questi dimostrano quanto sia affascinante e utile osservare e imitare la natura per comprendere meglio il nostro mondo e per affrontare sfide complesse come l’esplorazione spaziale.

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