Un importante progresso nella ricerca sulle cellule staminali è stato raggiunto grazie a un innovativo trapianto di cellule staminali che ha portato a significativi miglioramenti nella visione di tre persone con gravi danni alla cornea. Il trial clinico, condotto in Giappone, rappresenta il primo esperimento di questo tipo al mondo.
Il disturbo affrontato nel trial è la deficienza di cellule staminali limbari (LSCD), che causa l’accumulo di tessuto cicatriziale sulla cornea. Il limbo, che può essere paragonato al telaio di una finestra trasparente, contiene le preziose cellule staminali che mantengono la cornea in salute e trasparente, svolgendo un ruolo fondamentale nel preservare la vista nel tempo.
Attualmente, le persone affette da LSCD possono subire interventi chirurgici per rimuovere il tessuto cicatriziale e sostituirlo con una porzione di cornea sana dall’altro occhio. Tuttavia, se la perdita di cellule staminali limbari coinvolge entrambi gli occhi, diventa necessario un trapianto da donatore, un’opzione disponibile solo per una piccola percentuale di pazienti affetti da problemi alla cornea.
Il potenziale delle cellule staminali pluripotenti indotte (iPSC) è stato sfruttato dai ricercatori giapponesi dell’Ospedale Universitario di Osaka per ripristinare la vista nei pazienti del trial. Le iPSC, derivate da cellule sane del sangue umano, sono state trasformate in fogli cellulari epiteliali corneali (iCEPS) e trapiantate sulle cornee dei pazienti affetti da LSCD.
Dopo circa sette mesi dal trapianto, tutti e quattro i pazienti hanno mostrato miglioramenti nella vista. Tuttavia, un anno dopo l’intervento, la paziente con la perdita della vista più grave ha visto un regresso dei miglioramenti ottenuti. I ricercatori ipotizzano che una risposta immunologica possa aver influenzato i risultati dei pazienti con minori miglioramenti.
Questo studio rappresenta un passo significativo nel campo della ricerca oftalmologica, poiché è la prima volta che le iPSC vengono utilizzate con successo per trattare la LSCD senza ricorrere a materiali derivati dai pazienti stessi. Nonostante i risultati promettenti, è importante sottolineare che tali procedure rimangono sperimentali e richiedono ulteriori studi per valutarne la sicurezza ed efficacia.
Il team dell’Ospedale Universitario di Osaka ha concluso che questo approccio potrebbe rappresentare una futura opzione di trattamento per individui affetti da LSCD. Attualmente, stanno pianificando un trial clinico multicentrico per confermare e ampliare i risultati ottenuti. Lo studio è stato pubblicato su The Lancet, confermando l’importanza e la rilevanza di questa ricerca per la comunità scientifica internazionale.
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