In Polonia, nel 2022, un’incredibile scoperta ha gettato nuova luce sulle antiche credenze legate al mondo del soprannaturale. Un team di archeologi svedesi ha ricostruito il volto di una giovane donna morta circa 400 anni fa, trovata sepolta con una falce posizionata sul collo. Questo dettaglio macabro suggerisce che la ragazza fosse accusata di essere un vampiro, una figura temuta e spesso incompresa nella cultura popolare dell’epoca.
Il ritrovamento e il mistero della falce
La sepoltura è stata rinvenuta a Pień, vicino a Dąbrowa Chełmińska, dove l’Università Nicolaus Copernicus conduce scavi dal 2005. Tuttavia, il ritrovamento della tomba della giovane, identificata col nome di Zosia, ha suscitato particolare interesse. Oltre alla falce sul collo, Zosia era stata sepolta con i piedi incatenati, una pratica che gli studiosi interpretano come un antico rito anti-vampiro, pensato per impedire al morto di tornare tra i vivi.
Secondo le prime ricostruzioni, Zosia potrebbe aver sofferto di qualche malattia fisica o mentale, circostanza che potrebbe aver alimentato il sospetto e il timore tra i suoi contemporanei. La disabilità, in un’epoca in cui la superstizione era diffusa, veniva spesso associata al soprannaturale e vista come segno di una minaccia latente.
Un volto che ritorna alla vita dopo quattro secoli
Il volto di Zosia è stato ricostruito grazie a un processo complesso e minuzioso, che ha combinato competenze di anatomia, storia e tecniche artistiche avanzate. Il progetto, guidato dall’artista Oscar Nilsson, ha richiesto oltre 400 ore di lavoro. Utilizzando un modello 3D del cranio della ragazza, Nilsson ha inserito spilli di diverse lunghezze per rappresentare lo spessore dei tessuti facciali. Successivamente, ha modellato i muscoli con un particolare tipo di argilla, applicato bulbi oculari realistici e aggiunto strati di pelle, replicando anche rughe e cicatrici.
“L’aspetto più incerto della ricostruzione riguarda la forma delle orecchie e la punta del naso. Senza dati genetici, la pigmentazione – come il colore di occhi, capelli e pelle – rimane un’ipotesi,” ha spiegato Nilsson, sottolineando le sfide di un simile lavoro artistico e scientifico.
Un documentario per raccontare la storia
L’intero progetto di ricerca su Zosia, soprannominata “il vampiro con la falce”, sarà raccontato nel documentario *Field of Vampires*, la cui uscita è prevista per il 2025. Il film esplorerà le tradizioni e le credenze dell’Europa centrale legate al culto dei morti e al mito dei vampiri, offrendo al pubblico uno sguardo approfondito sulla vita e sulla morte in un’epoca di grande ignoranza e superstizione.
Un passato intriso di paura e superstizione
La tomba di Zosia, catalogata come la numero 75, non è l’unica a rivelare pratiche funebri insolite: nello stesso sito è stato rinvenuto anche il corpo di un bambino, sepolto con un lucchetto attorno al piede. Questi ritrovamenti testimoniano il profondo timore che animava le comunità del passato verso ciò che non potevano comprendere.
Gli oggetti trovati nella tomba di Zosia suggeriscono che appartenesse a una famiglia benestante, forse addirittura nobile. Questo dettaglio rende ancora più affascinante il mistero che circonda la sua morte e il trattamento riservato al suo corpo, rivelando come la paura potesse colpire chiunque, indipendentemente dal rango sociale.
La storia di Zosia, ora riportata alla luce, non è solo quella di una giovane donna accusata di essere un vampiro, ma è anche uno specchio delle antiche credenze che plasmarono il mondo medievale. Grazie alla tecnologia moderna e alla dedizione degli studiosi, oggi possiamo guardare negli occhi un passato intriso di leggende e superstizioni, forse con un po’ meno timore e un po’ più di comprensione.
Fonte:
https://portal.umk.pl/en/article/new-face-of-the-vampire-woman