Tre satelliti del Binar Space Program bruciano inaspettatamente in atmosfera

Attività solare intensa provoca il rientro prematuro di tre satelliti australiani, evidenziando l'importanza di previsioni più accurate per le missioni spaziali in orbita bassa.

La scorsa settimana, tre piccoli satelliti del **Binar Space Program** della Curtin University hanno concluso la loro missione bruciando nell’atmosfera terrestre. Non si è trattato di un evento inatteso, poiché il nome “Binar” significa proprio “palla di fuoco” nella lingua Noongar delle Prime Nazioni di Perth. Tuttavia, la fine prematura dei satelliti ha sorpreso gli scienziati: invece di durare sei mesi, i satelliti Binar-2, 3 e 4 sono rimasti in orbita per soli due mesi, un terzo del tempo previsto.

### La causa: l’attività solare intensa e imprevedibile

I satelliti si trovavano in orbita terrestre bassa (a meno di **2.000 km** di altitudine), una regione in cui è normale che l’orbita degradi lentamente, portando i dispositivi a rientrare nell’atmosfera. Ma in questo caso, il rapido deterioramento è stato provocato da un’intensificazione dell’attività solare. Negli ultimi mesi, il Sole ha mostrato un’attività superiore di oltre una volta e mezza rispetto alle previsioni per il ciclo attuale, il **Ciclo Solare 25**. Questo ha comportato un aumento del vento solare e delle particelle cariche che, assorbite dall’atmosfera terrestre, ne hanno causato l’espansione, aumentando la resistenza incontrata dai satelliti.

### Meteo spaziale e impatti sulle missioni satellitari

Il meteo spaziale è il termine che si riferisce all’influenza delle particelle e delle radiazioni solari sulla Terra e sui dispositivi in orbita. Un incremento dell’attività solare può avere effetti devastanti: le particelle cariche possono danneggiare i circuiti dei satelliti, interrompere le comunicazioni e aumentare la radiazione ionizzante. L’espansione atmosferica, dovuta all’assorbimento dell’energia solare, provoca un aumento della resistenza, accelerando la discesa dei satelliti in orbita bassa.

Molte costellazioni satellitari come Starlink e la **Stazione Spaziale Internazionale** sono equipaggiate con propulsori per mantenere l’orbita, ma i piccoli CubeSats universitari, come i Binar, non dispongono di questa tecnologia e sono quindi vulnerabili agli effetti del meteo spaziale.

Il programma Binar e le sue sfide

Il ”Binar Space Program”, lanciato dalla Curtin University, è nato con l’obiettivo di facilitare l’accesso allo spazio e di migliorare la nostra comprensione del Sistema Solare. Il primo satellite, ”Binar-1”, ha esordito nel settembre 2021, durante una fase di bassa attività solare, rimanendo in orbita per quasi un anno.

I satelliti successivi, Binar-2, 3 e 4, erano stati progettati per durare circa sei mesi, tenendo conto di un aumento previsto dell’attività solare e delle dimensioni maggiorate dovute ai pannelli solari estendibili. Tuttavia, il rapido incremento dell’attività solare li ha costretti a rientrare molto prima del previsto, riducendo drasticamente il tempo disponibile per le operazioni scientifiche.

Una lezione sulle sfide del meteo spaziale

Sebbene la perdita prematura di Binar-2, 3 e 4 sia stata un duro colpo per il programma, rappresenta anche una preziosa lezione sugli effetti imprevedibili dell’attività solare. La capacità di prevedere con precisione il meteo spaziale è ancora limitata, e il recente aumento dell’attività solare ha dimostrato quanto siano necessarie migliori previsioni per garantire il successo delle missioni satellitari.

Nonostante le difficoltà, il programma Binar guarda al futuro: sono già in fase di progettazione nuove missioni, che verranno lanciate in periodi di minore attività solare, previsti dopo il 2026. Nel frattempo, questa esperienza sottolinea l’importanza di tenere conto delle variabili del meteo spaziale nella pianificazione delle missioni spaziali, soprattutto per i satelliti in orbita bassa