Il mistero dell’origine dell’embriogenesi svelato da un organismo unicellulare

Uno studio rivoluzionario su Chromosphaera perkinsii e le sue implicazioni evolutive

Il dibattito millenario su cosa sia venuto prima, se il pollo o l’uovo, trova una nuova prospettiva grazie a uno studio recente condotto dai ricercatori dell’Università di Ginevra. Questo studio si è concentrato sull’analisi di un antico organismo unicellulare chiamato Chromosphaera perkinsii, che potrebbe fornire importanti indizi sulle origini evolutive dell’embriogenesi.

L’embriogenesi è il processo attraverso il quale un uovo fecondato unicellulare si trasforma in un embrione composto da molteplici cellule. Uno dei primi passi di questo processo è il clivaggio, durante il quale lo zigote subisce divisioni cellulari senza crescere. Questa fase, insieme ad altri elementi chiave dell’embriogenesi, è stata conservata lungo l’evoluzione animale.

Il team di ricerca ha osservato lo sviluppo di C. perkinsii in laboratorio in tempo reale, utilizzando la tecnica di imaging brightfield a lungo termine. Hanno scoperto che le cellule di questo organismo crescono per circa 65 ore prima di dividere in una colonia pluricellulare, senza ulteriore crescita. Durante questa fase, sono stati identificati i geni espressi e le biomolecole prodotte, che mostrano somiglianze con l’embriogenesi animale e persino con il processo di maturazione delle uova.

Secondo il team di ricerca, prima della prima divisione, C. perkinsii produce e accumula componenti cellulari chiave come proteine e lipidi in modo simile alla maturazione dell’ovocita. Questo comportamento, sebbene osservato in una specie unicellulare, suggerisce che i processi di coordinazione e differenziazione pluricellulare erano presenti molto prima dell’apparizione degli animali sulla Terra.

Le implicazioni di questi risultati sull’evoluzione dell’embriogenesi, in particolare sul clivaggio, sono ancora oggetto di dibattito. Si discute se il processo osservato in C. perkinsii condivida un percorso evolutivo con quello degli animali o se si sia evoluto indipendentemente. In ogni caso, la scoperta di questa specie unicellulare offre un’opportunità unica di esplorare il passato evolutivo di oltre un miliardo di anni, come sottolinea Marine Olivetta, primo autore dello studio.

Lo studio, pubblicato su Nature, apre nuove prospettive sulla comprensione dell’evoluzione dell’embriogenesi e sull’origine dei processi di sviluppo pluricellulare, gettando luce su antichi meccanismi che potrebbero aver preceduto l’emergere degli animali sulla Terra.

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