Nuove analisi del DNA riscrivono la storia degli antichi abitanti di Pompei

Nuove analisi del DNA svelano l'identità sorprendente delle vittime di Pompei e rivelano una società multietnica nell'antica città romana.

l DNA antico sfida le interpretazioni prevalenti dei calchi in gesso di Pompei di quattro figure nella Casa del Bracciale d'Oro. Fotografia: Parco archeologico di Pompei.

Un nuovo studio del DNA ha rivelato nuove informazioni sulle vittime dell’eruzione del Vesuvio, sfatando alcune ipotesi di lunga data. Analizzando i calchi, gli studiosi hanno scoperto che la persona, identificata in una scena familiare trovata sotto le scale della Casa del Bracciale d’oro era in realtà un uomo e non una donna, non imparentato con in bambini.

La ricerca suggerisce inoltre che altri calchi, come due persone trovate abbracciate nella casa del Criptoportico, potrebbero non avere legami familiari perché uno dei due era un uomo non legato geneticamente all’altro. Le analisi indicano una significativa diversità etnica e sociale, probabilmente legata alla pratica della schiavitù e alla mobilità mediterranea dell’epoca. “Si potrebbe prevedere, in una società fortemente basata sulla schiavitù, una diversità significativa. È molto interessante, ad esempio, che abbiano identificato un individuo con la pelle scura e i capelli neri, il che indica fortemente una persona schiavizzata dall’Africa“.

“La ricerca dimostra che l’analisi scientifica può fornire una nuova visione delle vite delle vittime di Pompei e fornisce ulteriori prove della mobilità umana nel Mediterraneo nel periodo romano. La gente di Pompei non era della città di Roma, ma gente del Mediterraneo“. Gli scienziati ipotizzano che le vittime potrebbero essere state migranti o discendenti di persone provenienti dal Mediterraneo orientale o dal Nord Africa.