La vita preistorica, spesso considerata dura e brutale, potrebbe nascondere un lato più gioioso grazie ai bambini. Uno studio recente ha analizzato quasi 500 manufatti in ceramica risalenti a circa 30.000 anni fa, trovati in cinque siti archeologici in Repubblica Ceca, e ha rivelato che molti di essi sono stati creati proprio dai più piccoli.
Secondo Rebecca Farbstein e April Nowell, esperte di preistoria dell’era glaciale, i manufatti in ceramica realizzati dai bambini si distinguono per le dimensioni più piccole, l’asimmetria e la semplicità delle tecniche utilizzate. Queste ceramiche, che includono figurine umane e animali, presentano spesso errori nella tempera, nell’asciugatura e nella cottura, indicando una fase di apprendimento e sperimentazione da parte dei giovani artigiani.
Le impronte digitali ritrovate su alcune ceramiche pavloviane confermano che i bambini erano attivi nella creazione di questi manufatti. Jane Baxter, antropologa alla DePaul University, ha elogiato la solidità delle prove presentate nello studio, sottolineando l’importanza di considerare le attività quotidiane delle comunità preistoriche per comprendere meglio il passato.
La diffusione del fenomeno dei bambini che utilizzano l’argilla per creare figurine è stata riscontrata in diverse culture e periodi storici, confermando che il gioco e l’esplorazione artistica sono attività intrinseche all’infanzia. I reperti archeologici indicano che i bambini pavloviani, come molti altri in diverse parti del mondo, si divertivano a modellare l’argilla e a sperimentare con la creazione di oggetti.
Le ceramiche ritrovate vicino ai focolari utilizzati per la cottura suggeriscono che i bambini lasciassero i loro manufatti una volta terminato il gioco. Questo approccio ludico all’arte ceramica potrebbe offrire nuove prospettive sull’organizzazione sociale e sulle attività quotidiane delle comunità preistoriche.
Lo studio pubblicato sulla rivista PLoS ONE rappresenta un importante contributo alla comprensione del ruolo dei bambini nell’arte preistorica e sottolinea l’importanza di considerare anche gli artefatti meno perfetti per ottenere una visione più completa delle società del passato.
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