Un robot rimuove il primo lotto di scorie nucleari da Fukushima

Il primo campione di scorie nucleari rimosso dal reattore di Fukushima.

Tredici anni dopo il disastro nucleare di Fukushima Daiichi in Giappone, un robot telecomandato, simile a un braccio estensibile, ha rimosso il primo lotto di scorie nucleari dall’interno di uno dei reattori. Il frammento raccolto dai resti radioattivi dell’impianto pesa circa 3 grammi. Nonostante la sua piccola dimensione, il campione è fondamentale per guidare le fasi successive di bonifica.

Le attività di decontaminazione di Fukushima sono coordinate dal team di TEPCO (Tokyo Electric Power Company Holdings), la società che gestiva l’impianto al momento del disastro causato da un terremoto e uno tsunami, e che ora è incaricata della disattivazione. Si prevede che l’intero processo di decommissioning durerà circa 40 anni, un obiettivo considerato ottimistico data la portata della devastazione.

Nella prima metà di quest’anno, un robot a forma di serpente e diversi droni miniaturizzati hanno catturato le prime immagini dello stato attuale dei reattori. Nei video, è stato possibile osservare strutture simili a stalattiti di ghiaccio, probabilmente composte da combustibile fuso e altri materiali solidificati. In sostanza, rifiuti radioattivi.

Attualmente, le autorità stimano l’esistenza di circa 880 tonnellate di scorie nucleari, derivanti dal crollo dei tre reattori. Sebbene il primo campione proveniente dall’Unità 2 del reattore sia di piccole dimensioni, esso aiuterà il team a comprendere le caratteristiche uniche del materiale e a determinare le misure necessarie per evitare la contaminazione.

Analizzando le caratteristiche dei residui campionati, otterremo informazioni preziose, come la composizione dei residui nel sito di campionamento e la densità della radioattività“, ha spiegato TEPCO in un comunicato.

Le sfide della missione nell’area dell’incidente nucleare di Fukushima

Nonostante un obiettivo ben definito, la spedizione per catturare un frammento del combustibile fuso non è stata affatto semplice. Le operazioni, iniziate a settembre, hanno incontrato vari incidenti e ritardi. Ad esempio, secondo il quotidiano The Guardian, le due telecamere del robot, fondamentali per il controllo remoto, hanno subito guasti.